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Coronavirus e industria musicale
Tramite questa pagina vi informiamo sulle misure attuali e le prese di posizione in materia di controllo del virus.
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Messaggio sulla cultura 2025–2028: incontro informativo e di scambio a Berna
Su invito dell'Ufficio federale della cultura (UFC), si è svolto oggi a Berna, alla presenza del Consigliere federale Alain Berset e della Direttrice dell'UFC Carine Bachmann, un incontro informativo e di scambio sul prossimo Messaggio sulla cultura. Le associazioni culturali hanno potuto così informarsi e scambiare opinioni sui campi d'azione centrali della politica culturale per gli anni 2025-2028. Taskforce Culture accoglie con favore il coinvolgimento delle associazioni culturali, che si è svolto per la prima volta in questa forma.
Il Messaggio sulla cultura definisce la direzione strategica della politica culturale della Confederazione per un periodo di quattro anni. Contiene gli obiettivi, le misure più importanti e il quadro finanziario per tutte le aree di promozione della Confederazione.
L'incontro di oggi si è concentrato sulle priorità della politica culturale della Confederazione per gli anni 2025-2028, condensate nei seguenti sei campi d'azione: cultura e trasformazione digitale, cultura e sviluppo sostenibile, patrimonio culturale come memoria vivente, aggiornamento del sistema di promozione culturale, cultura come mondo del lavoro e governance nel settore culturale. Taskforce Culture accoglie con favore lo scambio costruttivo e sostiene i campi d'azione definiti, dai quali risultano con chiarezza le principali sfide che il settore culturale svizzero dovrà affrontare nei prossimi anni.
Nel maggio 2023, sarà disponibile il documento delle procedure di consultazione del Messaggio per la cultura 2025-2028, con le misure concrete adottate nelle varie aree di promozione. Solo allora si saprà quali risorse finanziarie saranno rese disponibili per la promozione culturale nazionale 2025-2028. Durante il processo di consultazione tutti i soggetti interessati potranno quindi esprimere i loro pareri.
Per Taskforce Culture risulta già evidente che, alla luce delle sfide che il settore culturale dovrà affrontare e tenendo conto dell'inflazione, un aumento del budget a disposizione della cultura è inevitabile. Inoltre, si renderanno necessari degli adeguamenti di legge per la previdenza sociale, che non riguarderanno solo il settore della cultura, ma tutte le forme di lavoro "precario", ossia i lavoratori a tempo determinato, i lavoratori con più contratti di lavoro, i lavoratori parzialmente autonomi e tutti i soggetti assimilabili ai datori di lavoro. Occorre intervenire in tutti i settori.
Mit der Aufhebung der staatlichen Massnahmen zur Bekämpfung der Covid-Pandemie, welche in den letzten zwei Jahren das öffentliche und kulturelle Leben in der Schweiz prägte, hat der Bund auch das Ende der staatlichen Unterstützungsmassnahmen im Bereich der Kultur beschlossen. Als letzte dieser Massnahmen wurde die Covid-Nothilfe – ausgerichtet von Suisseculture Sociale – noch bis Ende 2022 verlängert und endet dann definitiv.
Gesuche um Nothilfe können noch bis zum 30. November unter http://nothilfe.suisseculturesociale.ch eingereicht werden. Gesuche an den Sozialfonds können elektronisch via info@suisseculturesociale.ch eingereicht werden.
Für Spenden an den Sozialfonds von Suisseculture Sociale: https://www.suisseculturesociale.ch/sozialfonds/goenner/
Die gesamte Medienmitteilung von Suisseculture Sociale findet ihr hier.
Während die Ausfallentschädigungen mittlerweile ausgelaufen sind und Anträge für Erwerbsersatz bis am 30. September eingegeben werden müssen (für Schäden bis und mit Juni 2022), besteht nach wie vor die Möglichkeit, Nothilfe bei Suisseculture Sociale zu beantragen. Alle Infos dazu findet ihr auf der Website von Suisseculture Sociale. Gesuche für September/Oktober 2022 müssen bis 31. Oktober eingereicht werden, Gesuche für November/Dezember 2022 bis 30. November 2022.
Termina la sessione estiva: uno sguardo alle sfide del settore culturale
Il 17 giugno si concluderà la sessione parlamentare estiva, ma dal suo ordine del giorno sono mancati gli effetti ancora evidenti della pandemia sul mondo della cultura. Alla fine di giugno i sostegni per gli operatori e le imprese culturali, gli aiuti finanziari per le associazioni amatoriali e l'IPG Corona verranno a decadere: un segnale discutibile se si considera che, nel settore culturale, si è ancora lontani dal ritorno alla normalità. Fino alla fine dell'anno si potrà ancora contare sugli Aiuti di emergenza erogati da Suisseculture Sociale e sul sostegno ai Progetti di ristrutturazione, tuttavia queste misure non possono, da sole, compensare del tutto la crisi che attanaglia il settore. Anche lo scudo protettivo è stato prorogato fino alla fine dell'anno, ma la direttiva non viene applicata in tutti i cantoni.
Mentre negli ultimi due anni le sessioni parlamentari di Berna si sono occupate in gran parte dell'impatto della pandemia, la sessione estiva che si è appena conclusa è stata interamente dedicata agli ultimi avvenimenti mondiali. Senza voler sminuire in alcun modo l'estrema criticità della situazione, in diverse aree del settore culturale il ritorno alla normalità si fa ancora attendere, e anche là dove si registrano dei miglioramenti, si profilano all'orizzonte un autunno e un inverno incerti e grandi difficoltà nella programmazione del futuro a medio termine.
In primavera il Consiglio federale ha preso una giusta decisione
Lo scorso aprile, il Consiglio federale ha deliberato di prorogare alcune misure necessarie per affrontare le criticità specifiche del settore, ma presto su tutto il territorio nazionale la possibilità di usufruire delle indennità per perdita di guadagno verrà meno. Fino alla fine dell'anno resteranno in vigore solo gli Aiuti di emergenza ancora strettamente necessari erogati agli operatori culturali da Suisseculture Sociale, e i contributi per i Progetti di ristrutturazione. Anche lo scudo protettivo è stato prorogato a livello federale fino alla fine del 2022, ma la direttiva non viene applicata in tutti i cantoni. Nel prossimo autunno/inverno verrà dunque a mancare questa importante forma di „assicurazione“ per le grandi manifestazioni che, sebbene finora utilizzata poco o niente, resta comunque uno strumento importante per programmare le attività in sicurezza.
La graduale soppressione di questi strumenti non significa che le sfide siano finite
Un elenco a titolo esemplificativo delle sfide ancora da affrontare dimostra che, anche con una diminuzione del numero dei contagi, è ancora impensabile poter fare a meno delle indennità e dei sostegni:
Cosa è necessario fare in vista dell'autunno
È ancora troppo presto per rilevare l'esatto fabbisogno di indennità e di sostegni. Dopo l'estate, probabilmente, sarà possibile fare una prima valutazione dell'impatto che avrà la sospensione, prevista per la fine di giugno, delle diverse misure messe in atto per fronteggiare l'emergenza Covid. Sarà chiaro, ad esempio, come evolverà la situazione per quanto riguarda le richieste di Aiuti di emergenza erogati da Suisseculture Sociale. Tuttavia, in vista dell'autunno/inverno, periodo che l'esperienza dimostra essere molto più impegnativo in termini epidemiologici, sappiamo già che il settore culturale non tornerà alla normalità prima dell'estate 2023. Fino ad allora, sarà indispensabile riattivare rapidamente e con procedure burocratiche snelle tutti quegli strumenti già collaudati per sostenere gli operatori e le imprese culturali che lottano, senza colpa, per la sopravvivenza. In Svizzera, fortunatamente, finora è stato possibile sostenere la cultura nonostante le continue difficoltà. E questo deve continuare ad essere l'obiettivo.
In conclusione: la cultura non è ancora tornata alla normalità.
Obwohl der Corona-Erwerbsersatz grösstenteils aufgehoben wird, konnten wir erreichen, dass im er für Selbständigerwerbende im Veranstaltungsbereich zumindest bis Ende Juni 2022 offen bleibt. Das heisst: Wer aufgrund der Corona-Massnahmen weiterhin eine Umsatzeinbusse von mindestens 30 % gegenüber den Vorjahren habt, kann ihr bis Ende Juni 2022 weiterhin Gesuche stellen. Diese Gesuche müssen jeweils spätestens drei Monate nach dem betreffenden Monat eingereicht werden, also z.B. für den Mai im August, für den Juni im September. Im betreffenden Formular muss angegeben werden, dass man im Veranstaltungsbereich tätig ist und in einer separaten Frage muss auch die Art des Betriebs beschrieben werden.
Die Ausfallentschädigungen bei den Kantonen sind nach aktuellem Stand noch bis Ende April 2022 offen, Gesuche müssen also bis spätestens Ende Mai 2022 gestellt werden. Wir lobbyieren aktuell dafür, dass auch diese Massnahme verlängert wird bis mindestens Ende Juni 2022.
Gli aiuti di emergenza Covid che sostengono gli operatori culturali dall'inizio della crisi resteranno in vigore fino alla fine del 2022
Nonostante la situazione epidemiologica dia segni di miglioramento, per il settore culturale e degli eventi pubblici le condizioni restano critiche. L'impatto economico della pandemia si farà sentire anche con l'eventuale revoca delle restrizioni, per questo motivo il Consiglio federale e il Parlamento hanno prolungato fino alla fine del 2022 gli aiuti finanziari di emergenza Covid erogati tramite Suisseculture Sociale.
Dal 21 marzo 2020 l'associazione Suisseculture Sociale, su incarico della Confederazione, ha erogato gli aiuti di emergenza Covid a favore degli operatori culturali professionisti: importante anello della catena di misure di sostegno, questo sussidio ha lo scopo di aiutare tutti quegli operatori culturali che durante l'emergenza non sono in grado di provvedere alla propria sussistenza con l'indennità Corona, l'indennità per perdita di guadagno, i sussidi di disoccupazione.
Suisseculture Sociale ha elaborato 8.432 domande di sostegno bimestrali, presentate da circa 3.000 richiedenti. Di queste, 6.645 sono state accettate. In tutto sono stati erogati circa 23 milioni di franchi. Per molti operatori culturali, gli aiuti di emergenza sono stati, in questi tempi di crisi, l'unica entrata.
In considerazione degli ultimi sviluppi della pandemia segnati dalla variante Omicron, nelle ultime settimane il Consiglio federale ha inviato molteplici segnali che preannunciano la fine delle restrizioni nel settore della cultura e degli eventi pubblici: l'obbligo di esibire la certificazione, di stare seduti e indossare la mascherina potrebbe presto essere revocato. Tuttavia, anche il Consiglio federale sa bene che la fine delle restrizioni non significa automaticamente anche la fine dell'impatto economico della pandemia. Gli eventi culturali hanno bisogno di tempi per la pianificazione e la pubblicità, le prenotazioni si fanno ancora con cautela e non si sa quanto velocemente il pubblico tornerà a riempire le sale.
Per queste ragioni, la Confederazione e il Parlamento hanno deciso di prolungare alcune singole misure fino alla fine del 2022, indipendentemente dagli ulteriori sviluppi della pandemia e dai relativi provvedimenti. Questo vale non solo per i progetti di ristrutturazione dei cantoni, ma anche, in particolare, per gli aiuti di emergenza Covid erogati da Suisseculture Sociale, grazie ai quali gli operatori culturali che si trovano ancora a fronteggiare condizioni difficili a causa della crisi Covid possono continuare a ricevere un sostegno. Le domande per ottenere una copertura dei costi si sussistenza possono essere presentate ogni due mesi.
Le domande si possono presentare tramite il portale http://nothilfe.suisseculturesociale.ch. Il termine relativamente al periodo gennaio/febbraio scade il 28 febbraio 2022.
Anche se la situazione epidemiologica generale sembra volgere al meglio e gran parte delle restrizioni potrebbero decadere già nelle prossime settimane, per gli svizzeri e per tutto il settore culturale internazionale la strada da fare per tornare alla normalità è ancora molto lunga. Abbiamo bisogno di unire le forze per un „rilancio della cultura“!
La Taskforce Culture accoglie con favore l'allentamento o addirittura la revoca anticipata delle attuali restrizioni che, da quasi due anni, si ripercuotono sul settore culturale con conseguenze pesanti. Malgrado questi sviluppi positivi, però, non sarà facile per il settore culturale riprendere le attività a pieno regime.
È necessario dare un segnale alla cultura
Dall'inizio della pandemia, le autorità hanno invitato un'infinità di volte a rimanere a casa e, possibilmente, ridurre al minimo i contatti sociali. Gli eventi al chiuso sono stati dichiarati ad „alto rischio“, se non addirittura vietati. Non stupisce, quindi, se questo messaggio ha cambiato il comportamento del pubblico. Le autorità devono ora segnalare chiaramente che le restrizioni imposte in passato non sono più adeguate. I tempi sembrano maturi per diffondere un nuovo messaggio altrettanto chiaro: scendiamo dal divano, andiamo ai concerti!
Anche le attività culturali delle associazioni amatoriali e della formazione culturale hanno subito e continuano a subire le conseguenze di severe restrizioni. I vuoti aperti dalla pandemia si fanno sempre più evidenti, ad esempio nella promozione dei giovani talenti. Anche in questo caso è necessario diffondere un messaggio chiaro: si tratta di attività preziose e importanti che producono un effetto positivo non solo sul benessere della persona, ma anche sulla vita sociale.
Complessità del settore culturale, ancora lontano dal ritrovare un equilibrio
A differenza di altri settori duramente colpiti dalla pandemia, nella cultura non è quasi mai possibile far ripartire l'attività da un giorno all'altro. Da un lato, il networking internazionale è enorme, ad esempio per quanto riguarda la pianificazione delle tournée, che comporta una relativa dipendenza dai paesi stranieri e dalle misure che hanno adottato. Un'altra grande sfida è il ristagno della produzione: è reale il pericolo di creare una saturazione riprendendo di colpo tutte le attività. Sarà impossibile trovare spazio per tutti gli eventi rimandati, e ciò comporterà un minor guadagno per gli operatori culturali, che spesso si trovano ancora a fronteggiare un calo di lavoro.
Dall'altro lato, in certi ambiti professionali si registra già una carenza di specialisti: operatori culturali, ma anche tecnici e altri professionisti attivi in campo culturale si vedono non di rado costretti a orientarsi verso altri mestieri e verranno dunque a mancare quando la vita culturale riprenderà il suo corso.
Sostegno fino alla fine: i modelli esistono
In Svizzera, durante la pandemia, la Confederazione e i Cantoni non hanno abbandonato a sé stessi né gli operatori né le imprese culturali. Le diverse misure adottate hanno contribuito in modo determinante a impedire il colpo di scure. Tuttavia sarebbe un errore fatale credere che, venendo meno le restrizioni, tutte le misure di sostegno e compensazione non siano più necessarie per nessuno. In molti casi le assicurazioni private non potranno più coprire i rischi, sebbene le misure ancora in essere continueranno a comportare costi aggiuntivi, ad esempio quando la malattia o la quarantena degli artisti o dei tecnici provocano il rinvio o la cancellazione di una produzione. Mentre, ad esempio, gli aiuti emergenziali per gli operatori culturali e i contributi per progetti di ristrutturazione resteranno in vigore, altre forme di sostegno (come l'indennità per perdita di guadagno o l'indennità Corona) sono legate alle restrizioni imposte dallo stato.
I sostegni ai progetti di ristrutturazione che proseguiranno fino alla fine di novembre non sono adatti a „rivitalizzare“ la cultura perché hanno un margine troppo stretto. Secondo Taskforce Culture è necessario avviare un „programma di ripartenza della cultura“ ben più ampio e con una soglia più bassa, sull'esempio di quello varato dal Consiglio federale per l'industria del turismo: in fondo il richiamo di un luogo è dovuto anche alla ricchezza e alla qualità della sua offerta culturale. Paesi vicini, come ad esempio la Germania con il suo programma „Neustart Kultur“, dimostrano che c'è bisogno di intervenire e dare sostegno e che esiste la volontà politica per farlo.
Bisogna quindi approntare, insieme, tutti i mezzi necessari per ridare vita alla cultura svizzera e permettere alla cittadinanza di riscoprire il lavoro dei nostri artisti e dei nostri operatori culturali.
In den letzten Tagen hat es viele News zur Situation Corona und Kulturschaffen gegeben. Wir fassen hier für euch zusammen.
Hier eine Kurzübersicht:
Die genaueren Erklärungen zu den einzelnen Punkten findet ihr unten.
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Viele Selbstständigerwerbende sind mit einer restriktiven Praxis im Corona-Erwerbsersatz konfrontiert
Mit den aktuellen epidemiologischen Entwicklungen und den neuen Massnahmen und Empfehlungen des Bundesrates häufen sich im Kulturbetrieb wieder die Absagen und Verschiebungen von Veranstaltungen: Weihnachtsfeiern, Firmenfeste, Amateurveranstaltungen mit professioneller Unterstützung oder internationale Tourneen. Just in dieser Ausgangslage erhalten die Kulturverbände Anfragen von verzweifelten Mitgliedern, deren Gesuche um Corona-Erwerbsersatz abgelehnt werden. Die Begründung der kantonalen Ausgleichskassen: Es seien aktuell im Kulturbereich keine vom Bund und den Kantonen verfügten Massnahmen in Kraft, die zu einer Entschädigung berechtigen würden.
Diese Praxis entbehrt aus der Sicht der Taskforce Culture jeglicher Grundlage.
Bei der aktuellen Praxis zum Corona-Erwerbsersatz handelt es sich u.E. faktisch um eine Sparmassnahme. Dies obwohl das Parlament mehrmals bestätigt hat, die durch die sanitarischen Massnahmen verursachten Einkommenseinbussen ab 30% mit dem Corona-Erwerbsersatz ausgleichen zu wollen.
Die Taskforce Culture hat das Bundesamt für Sozialversicherungen in einem Brief vom 8.12.2021 aufgefordert, die Praxis bei den Ausgleichskassen zu überprüfen – besonders mit Blick auf die aktuellen besorgniserregenden Entwicklungen im Veranstaltungsbereich.
Dato che gli eventi stanno di nuovo precipitando, ecco la situazione attuale per quanto ne sappiamo:
Non c'è nessun divieto di manifestazioni. Ma ci sono nuovi obblighi che dovrebbero più o meno necessariamente portare a nuove cancellazioni. Secondo le nostre informazioni, avete ancora diritto a richiedere il sostegno, anche se si tratta di cancellazioni "volontarie" che, senza essere direttamente vietate, sono dovute alle misure pandemiche. Se ricevete altre decisioni, fatecelo sapere.
Ecco le regole modificate che sono rilevanti per noi:
- Il requisito del certificato ora si applica all'interno per tutti gli eventi pubblici.
- L'obbligo di indossare una mascherina si applica ora all'interno, ovunque sia richiesto un certificato.
- Il requisito del certificato si applica ora anche a tutte le attività culturali organizzate da non professionisti. L'attuale eccezione per i gruppi di meno di 30 persone viene eliminata.
- Per gli eventi all'aperto, il certificato è ora obbligatorio a partire da 300 partecipanti. Fino ad ora, il limite era di 1000 partecipanti.
- Laddove le mascherine non possono essere indossate, si applicheranno misure alternative, come l'obbligo di sedersi per mangiare o la raccolta di dati di contatto durante eventi culturali come ad esempio le prove di coro.
- Tutti gli esercizi pubblici soggetti all'obbligo del certificato e tutti gli eventi interni ed esterni hanno la possibilità di limitare l'accesso alle persone vaccinate e curate (2G) e di rinunciare all'obbligo della mascherina. A tal fine, l'applicazione di controllo dei certificati Covid sarà ampliata. Questo adattamento sarà disponibile solo il 13 dicembre 2021. Fino ad allora, gli operatori degli stabilimenti o gli organizzatori dovranno controllare manualmente se la persona interessata è stata vaccinata o curata.
- Le restrizioni di capacità per gli spazi al chiuso interne saranno rimosse.
- I requisiti di quarantena per i viaggi nei paesi a rischio saranno nuovamente aboliti. Oltre a un test PCR prima di entrare nel paese, un secondo test (PCR o test rapido antigenico) deve ora essere effettuato tra il quarto e il settimo giorno dopo l'ingresso nel paese. Il costo del test deve essere sostenuto dalla persona che entra in Svizzera.
Non sorprende che queste nuove disposizioni stiano portando a un aumento dei rifiuti.
Ecco alcune informazioni sulla situazione politica di partenza:
In Parlamento, entrambe le camere hanno approvato l'estensione delle misure di sostegno fino alla fine del 2022. Ciò significa che sarà ancora possibile richiedere l'indennità di perdita di guadagno e il risarcimento e che sarà ancora possibile richiedere l'aiuto di emergenza di Suisseculture Sociale in una situazione di emergenza (o poco prima). La questione non è ancora stata risolta definitivamente in Parlamento, poiché ci sono ancora divergenze di opinione tra il Consiglio nazionale e il Consiglio degli Stati. Vi terremo informati quando la situazione sarà definitiva, ma per ora possiamo essere sicuri che in questa spiacevole situazione, almeno gli aiuti continueranno a funzionare.
I rifiuti del dicembre 2021, che sono arrivati troppo tardi per le domande che dovevano essere presentate il 30 novembre, possono essere indicati nella prima domanda del 2022, secondo le informazioni dell'Ufficio federale della cultura.
Attualmente, si sente sempre più spesso che gli attori culturali devono "provare", nel contesto delle domande di indennità di perdita di guadagno, che la loro perdita di fatturato è dovuta alle misure Corona. Questo "obbligo di provare" non è incluso nelle regole in questa forma, ma sembra essere una regola pratica. Stiamo facendo pressione sull'Ufficio federale delle assicurazioni sociali affinché le casse di compensazione siano obbligate a fissare condizioni realistiche in questo caso e a tener conto delle realtà dell'industria culturale. Vi terremo informati.
Consultate anche le informazioni e le FAQ dell'UFSP:
https://www.bag.admin.ch/bag/de/home/das-bag/aktuell/medienmitteilungen.msg-id-86260.html
Nel 2022 due terzi degli operatori del settore culturale dovranno ancora fare affidamento sui sostegni: un sondaggio rivela gli effetti persistenti della crisi Covid sulla cultura
Il sondaggio condotto a ottobre dall'ufficio di ricerca Ecoplan per conto di Taskforce Culture ha fotografato lo stato in cui versa la cultura in Svizzera al termine del secondo anno di pandemia e indagato sulle sue prospettive future. Ne è emerso chiaramente che il settore culturale è ancora ben lontano dal ritorno alla normalità.
Sulla base dei risultati significativi emersi da questo studio, Taskforce Culture chiede al Parlamento di prolungare fino alla fine del 2022 gli importanti dispositivi di sostegno – non solo aiuti destinati alla cultura ma anche strumenti macroeconimici – connessi all'emergenza Covid. Interrompere il sostegno alla fine di quest'anno causerebbe un danno enorme a chi è già stato gravemente colpito dalla crisi Covid, riducendo sconsideratamente l'efficacia degli aiuti prestati nei mesi scorsi. Pur fornendo solo la copertura minima necessaria, le misure adottate si stanno comunque dimostrando efficaci e la loro implementazione sta ormai funzionando quasi alla perfezione.
Le misure di sostegno Covid 19 erano essenziali per la sopravvivenza ...
I risultati del sondaggio mostrano molto chiaramente l'importanza delle misure di sostegno adottate dalla Confederazione e dai cantoni durante la pandemia. Nel 2020, rappresentavano quasi un terzo del reddito dei lavoratori della cultura intervistati, nel 2021 ancora più di un quarto. Nel 2020, per contro, due terzi dei partecipanti hanno guadagnato meno dell'80% rispetto al reddito dell'anno precedente, compresi, nota bene, i sussidi. Ciò significa che anche la percentuale dei lavoratori della cultura il cui reddito annuo è inferiore a 40.000 franchi è passata dal 46% (2019) al 61% (2020) e al 57% (2021). La situazione estremamente critica è evidente anche per quanto riguarda le imprese culturali: quasi tre quarti riferiscono che nell'ultimo anno il fatturato è sceso sotto l'80% e per quasi la metà addirittura sotto il 40% rispetto agli anni pre-pandemia: in queste condizioni, difficilmente le aziende possono sopravvivere senza ricevere un sostegno. Il calo si registra in misura ancora più drastica nelle (pre)vendite di biglietti: nel 2020, per quasi la metà delle imprese culturali intervistate queste erano scese al di sotto del 20%, e nell'anno in corso si è verificato solo un lieve miglioramento. Altrettanto drammatico è il quadro che emerge per le associazioni culturali. Nel 2020, il 61% degli intervistati dichiarava rimeno del 20% di entrate regolari; nell'anno in corso, per una buona metà si conferma questo livello estremamente basso.
... e rimangono essenziali, con un netto no ai prestiti rimborsabili ...
Secondo il testo attuale della Legge Covid 19, alla fine del 2021 questi strumenti ormai collaudati e spesso vitali verrebbero a decadere. Il Consiglio federale, tuttavia, ha riconosciuto la necessità di una proroga e dunque la propone al Parlamento. Le cifre raccolte attraverso il sondaggio confermano questa necessità: anche se i risultati mostrano una leggera ripresa nell'anno in corso, per il settore culturale un ritorno alla situazione pre-pandemia non si prospetta nemmeno nel 2022: solo il 21% dei professionisti della cultura intervistati afferma di avere di nuovo un volume di incarichi paragonabile a quello pre-pandemia. Per il 23% degli intervistati prenotazioni e incarichi per il 2022 risultano ridotti della metà rispetto agli anni precedenti, e per il 42% degli intervistati il volume si è ridotto ad appena il 25%. Nonostante i segnali di una leggera ripresa, il 45% si aspetta di realizzare al massimo l'80% di guadagno rispetto agli anni pre-pandemia.
Al tempo stesso, il 65% dei professionisti della cultura intervistati afferma che nel 2022 dovrà ancora fare affidamento sulle misure di sostegno. Per oltre la metà, senza un sostegno la situazione economica peggiorerebbe in modo significativo, grave o addirittura letale. Due terzi delle imprese culturali e il 58% delle associazioni culturali hanno dichiarato che l'anno prossimo dovranno ancora fare affidamento sulle misure di sostegno: in primo piano ci sono l'indennità per perdita di guadagno e gli aiuti economici destinati alle associazioni culturali amatoriali.
L'idea di passare dai meccanismi già collaudati a un sistema di prestiti rimborsabili è stata decisamente respinta: solo il 4% delle imprese e il 9% delle associazioni culturali intervistate hanno affermato che un tale sistema sarebbe di maggiore aiuto rispetto ai dispositivi adottati in precedenza.
Bisogna dare seguito a un pacchetto di misure efficaci
L'attuale sistema di sostegno ai lavoratori della cultura si basa su misure macroeconomiche (indennità per perdita di guadagno Corona e per lavoro ridotto) e, in via sussidiaria, su misure specifiche per la cultura (indennità per perdita di guadagno, aiuti di emergenza). Secondo il presente sondaggio, il 60% dei lavoratori della cultura colpiti dalla crisi Covid suppongono che continueranno ad aver bisogno di una forma di indennità per perdita di guadagno Corona. L'indennità per perdita di guadagno Corona va a beneficio, tra gli altri, di quei lavoratori della cultura, organizzatori di eventi, tecnici e agenzie che, senza alcuna colpa, hanno subito un notevole calo di reddito a causa delle misure anti-Covid. Fra queste figure professionali, i lavoratori autonomi e i contratti di lavoro a tempo determinato costituiscono la norma piuttosto che l'eccezione. Nel caso dell'indennità per gli eventi annullati, che oltre agli annullamenti concreti può coprire anche i cali di fatturato, l'indagine mostra che il protrarsi di restrizioni, annullamenti e rinvii è dato per scontato da molti. Questo, probabilmente, è anche dovuto al fatto che il settore opera su reti internazionali: pianificare con certezza le tournée è ancora difficile, il che renderà difficile anche il lavoro delle imprese culturali in vista del prossimo anno.
Taskforce Culture, insieme alla cittadinanza e alle autorità, spera che la pandemia e le sue drammatiche conseguenze siano presto superate. Perciò chiediamo al Parlamento di continuare a tenere ben tese quelle reti di sicurezza che per il nostro settore si sono dimostrate ben funzionanti, nella speranza che con il passare dei mesi si rendano sempre meno necessarie. E tutti noi possiamo continuare a vivere una diversità culturale in Svizzera anche in futuro.
Am 28.11. stimmen wir zum zweiten Mal über das Covid-Gesetz ab. Diesmal geht es nicht um den Kern des Gesetzes, der im Juni vom Volk mit grosser Mehrheit angenommen wurde, sondern ausschliesslich um die Änderungen, die im März 2021 vom Parlament zusätzlich ins Gesetz geschrieben wurden. Auslöser für das zweite Referendum war primär die damals beschlossene gesetzliche Grundlage zum Covid-Zertifikat. Wie schon bei der ersten Abstimmung zum Covid-Gesetz haben wir uns für euch mit den möglichen Folgen der Abstimmung befasst und fokussieren dabei auf die sachlichen Argumente. Die (gesellschaftspolitischen) Faktoren im Zusammenhang mit dem Covid-Zertifikat sind uns selbstverständlich bewusst, unsere Aufgabe sehen wir aber primär in einer nüchternen Analyse der zur Abstimmung stehenden Punkte.
Alle Infos und unser Argumentarium zur Abstimmung findet ihr hier.
Lo sappiamo, avete già ricevuto diversi sondaggi da parte nostra. Purtroppo, data la situazione attuale, nel nostro ambito come anche in altri, non si è ancora giunti a una conclusione. C'è il pericolo che in parlamento prevalga l'opinione sbagliata che tutto sia tornato alla normalità. Ma pianificare e realizzare eventi e progetti culturali rimane una sfida e spesso comporta perdite finanziarie. Abbiamo quindi urgentemente bisogno di un'estensione delle misure di sostegno e compensazione per contrastare l’effetto della pandemia, almeno per coloro che ne sono ancora significativamente colpiti. Necessitiamo di informazioni aggiornate sulla situazione del settore culturale per poter esercitare pressione politica e intraprendere altre azioni a favore del nostro settore.
Pertanto, il gruppo centrale della Taskforce Cultura ha deciso di condurre un'indagine lampo in tutto il settore culturale, tra gli operatori culturali, le imprese culturali e le associazioni culturali amatoriali. A questo scopo, la Taskforce Culture ha incaricato l'ufficio di consulenza e ricerca Ecoplan (www.ecoplan.ch) come agenzia indipendente per condurre il sondaggio.
Vi invitiamo quindi a partecipare al sondaggio sulla situazione del settore culturale. Vi chiediamo di completare il sondaggio entro il 25 ottobre e vi ringraziamo in anticipo per la vostra partecipazione.
Clicca qui per il sondaggio per gli operatori culturali.
Clicca qui per il sondaggio per gli imprese culturali.
Clicca qui per il sondaggio per gli associazioni culturali amatoriali.
Die Taskforce Culture unterstützt die Forderung vieler Branchen und der Mehrheit der politischen Parteien, dass die Kosten für Tests zum Erlangen eines Covid-Zertifikats weiterhin vom Staat übernommen werden müssen. Ein niederschwelliger Zugang zu Tests und Impfungen sowohl in zeitlicher, sprachlicher, örtlicher wie auch finanzieller Hinsicht ist eine wesentliche Forderung des Kultursektors, der von einer Normalisierung noch weit entfernt ist.
Es ist zu befürchten, dass – wenn ab 1. Oktober die Kosten für Tests nicht mehr vom Staat übernommen werden – dies negative Auswirkungen auf die Besucherzahlen von Veranstaltungen hat, insbesondere solcher, die sich an ein junges und nächtliches Publikum richten. Die Taskforce Culture spricht sich daher dafür aus, die Tests weiterhin kostenlos zur Verfügung zu stellen, um so den Zugang zu einem Zertifikat zu gewährleisten und gerade Menschen mit beschränkten finanziellen Mitteln nicht zu benachteiligen. Auch für Künstlerinnen und Künstler, die nun ein Zertifikat brauchen, um aufzutreten und die oft nicht in einem Arbeitsverhältnis zum Veranstaltenden stehen (sondern andersartig engagiert sind, z.B. mittels Werkvertrag oder Auftrag), ist der kostenfreie Zugang zu Tests aufrecht zu erhalten.
Die Zertifikatspflicht ist eine Herausforderung für den Kultursektor
Wir begrüssen die klare Ansage des Bundesrates, die Zertifikatspflicht zeitlich zu beschränken (bis am 24. Januar) und diese Auflage nur als vorübergehende Massnahme in der Pandemiebekämpfung einzusetzen.
Mit der Zertifikatspflicht gehen viele praktische Umsetzungsfragen für die Kultur- und Veranstaltungsbranche einher. So führt an Veranstaltungen die unterschiedliche Behandlung von Personen, die in einem Arbeitsverhältnis stehen (keine behördlich verordnete Zertifikatspflicht) und solchen, die in keinem Arbeitsverhältnis stehen (behördlich verordnete Zertifikatspflicht) zu zahlreichen Komplikationen und Fragen:
Forderungen:
Pianificare manifestazioni culturali con l’incertezza degli sviluppi epidemiologici e delle misure di protezione continua a essere una sfida e implica pesanti perdite finanziarie; è pertanto urgente estendere tutte le misure di sostegno e compensazione almeno fino alla fine del 2022.
Il fatto che il Consiglio federale voglia, da una parte, mantenere il funzionamento del sistema sanitario ed evitare il sovraccarico degli ospedali, e, dall’altra, raggiungere questo obiettivo senza chiudere interi settori o vietare determinate attività, è senza dubbio positivo. È fondamentale evitare ulteriori chiusure o blocchi del settore culturale.
Ancora lontani da un funzionamento normale
Nonostante il Consiglio federale abbia annunciato la fase di normalizzazione, il settore culturale è ancora lontano dalla normalità, non solo in termini di gestione quotidiana, ma anche in termini di redditività e pianificazione.
● Livello internazionale: per guadagnarsi da vivere, professioniste e professionisti di tutte le discipline artistiche dipendono dagli spettacoli o dalla presentazione delle loro opere all’estero. Anche a livello internazionale non c’è alcuna in vista regolarità per le attività culturali (si confrontino restrizioni di viaggio, divieti di manifestazioni, cancellazioni, ecc.)
● Diffusione e rispettivamente posticipo delle produzioni: a causa del divieto di manifestazioni, per lungo tempo gli operatori culturali non hanno potuto presentare le loro opere di fronte a un pubblico dal vivo (film, concerti, libri, opere d’arte, spettacoli di teatro e di danza, ecc.). Molti degli eventi che sono stati rimandati saranno recuperati a partire dal prossimo autunno, ma le nuove creazioni dovranno attendere almeno fino all’autunno 2022, cosa che di per sé rappresenta una perdita di guadagno in quanto spettacoli e presentazioni di opere generano reddito.
● Spese aggiuntive e entrate ridotte: attualmente e fino a nuovo avviso, le manifestazioni culturali possono tenersi unicamente con restrizioni (certificato Covid). Come dimostrano le prevendite fiacche e il basso numero di spettatori, il pubblico è riluttante a partecipare, e, come se non bastasse, i progetti artistici devono affrontare costi aggiuntivi (un esempio tra tanti i costi causati dalle misure di protezione messe in atto sui set cinematografici).
Le difficoltà di programmazione già esistenti aumenteranno in maniera significativa
L'introduzione a livello nazionale del certificato Covid per le attività culturali e per tutte le manifestazioni culturali al chiuso va ad aggiungersi alla decisione già presa, secondo cui dal 1 ottobre i costi dei test necessari per ottenere la certificazione saranno a carico del pubblico. Tutto questo aumenta sia lo sforzo organizzativo che l’onere finanziario. In particolare c’è motivo di temere un’ulteriore riduzione del pubblico rispetto a quello attuale già di per sé basso.
Come dimostrano i recenti esempi di grandi manifestazioni annullate con breve preavviso, vi è inoltre la possibilità che permessi già concessi vengano ritirati a causa della situazione critica negli ospedali. L’industria degli eventi guarda pertanto al futuro con enorme preoccupazione. È dunque fondamentale che ora venga determinato in modo vincolante quando o sulla base di quali parametri l'obbligo di certificato temporaneo (attualmente limitato al 24 gennaio 2022) verrà revocato. Questi parametri devono essere continuamente aggiornati in modo che il certificato rimanga in uso solo per il tempo strettamente indispensabile (principio di proporzionalità).
Le misure di sostegno devono essere estese, non limitate
Il settore culturale ha bisogno della compensazione delle perdite, dei contributi per progetti di ristrutturazione, degli aiuti di emergenza e degli aiuti finanziari per le associazioni culturali del settore amatoriale almeno fino alla fine del 2022. Così come dev’essere esteso almeno fino alla fine del 2022 anche lo scudo protettivo per i grandi eventi. Se, contrariamente a tutte le aspettative, l’attività del settore culturale dovesse tornare alla normalità più rapidamente, ciò si tradurrebbe automaticamente in un minor numero di richieste inoltrate e approvate. L’estensione delle misure a favore del settore culturale è pertanto solo una tutela finanziaria. Il fatto che la decisione sulla proroga degli strumenti previsti dalla Legge Covid non sia stata presa nella sessione autunnale, ma sarà analizzata solo in inverno - e cioè pochi giorni prima della loro scadenza - aumenta drammaticamente l’incertezza per il settore culturale.
Oltre a ciò, le indennità di lavoro ridotto (ILR) per i contratti di lavoro a tempo determinato e per lavoratrici e lavoratori freelance devono essere prorogate oltre il 30 settembre 2021. La procedura semplificata per le ILR deve continuare ad essere applicata e l’estensione del periodo massimo di diritto alle ILR deve essere avviata subito. Dulcis in fundo non è di grande aiuto constatare come apparentemente ostacoli (amministrativi) siano stati innalzati anche per le indennità perdita di guadagno (IPG) per lavoratrici e lavoratori indipendenti.
Conclusioni: In una situazione tanto instabile, il settore culturale ha bisogno di quanta più stabilità possibile e ciò riguarda soprattutto gli strumenti di compensazione esistenti e già ampiamente collaudati. Una lungimirante estensione e pratiche il meno burocratiche possibile sono pertanto indispensabili per salvaguardare la diversità culturale.
Das BSV hat leider entschieden, dass ab dem 1. September 2021 kein Anspruch mehr auf eine Entschädigung infolge eines generellen Veranstaltungsverbots besteht, ausser bei Grossveranstaltungen, die von den zuständigen kantonalen Behörden bewilligt werden müssen. Ab dem 1. September 2021 können Betroffene dieses Sektors, die aufgrund der noch geltenden Einschränkungen einen Erwerbsausfall erleiden, den Anspruch auf die Leistung aufgrund einer erheblichen Einschränkung der Erwerbstätigkeit geltend machen.
Das heisst für euch: Um Corona-Erwerbsausfall zu beantragen, kann man nun nicht mehr die Variante mit den abgesagten Veranstaltungen auswählen – ausser, es sind Grossveranstaltungen, wie oben beschrieben. Wenn euer Einkommen also nach wie vor beeinträchtigt ist, müsst ihr vorweisen können, dass ihr mind. 30 % tiefere Einnahmen habt als im Vorjahr. Auf diesem Weg solltet ihr weiterhin Corona-Erwerbsausfallentschädigung erhalten.
Die Corona-Pandemie stellt uns auch im Spätsommer 2021 vor viele Fragen und nach wie vor herrschen grosse Unsicherheiten: Was bedeutet das Einläuten der Normalisierungsphase durch den Bundesrat für die Musikschaffenden? Unter welchen Umständen können die Menschen einigermassen sicher Live-Musik hören und am Kulturbetrieb teilnehmen? Und was bewirkt die Abschaffung der Gratistests für die Kulturbranche?
SONART setzt sich nach wie vor intensiv mit den Herausforderungen durch die Pandemie auseinander. Wir anerkennen die schwierige Lage auch aus der Perspektive der Politik und des Gesundheitswesens sowie eine grosse Diversität unter unseren Mitgliedern in Bezug auf die Impfstrategie des Bundes. Unabhängig von der Impffrage gibt es grosse Vorbehalte gegen einen Ausbau des Zertifikat-Systems im Kulturbereich – insbesondere wenn nun die Gratistests abgeschafft werden: Mit diesem Schritt wird die Kulturbranche geschwächt, da ein Kulturbesuch für Ungeimpfte zu teuer wird. SONART ist deswegen gegen die Abschaffung der Gratistests.
Im Frühsommer 2021 hat man aus den Reihen der Kultur zögernd Ja gesagt zu einem System, in dem Veranstalter*innen ein Covid-Zertifikat einsetzen können, wenn sie das wollen. Der Vorbehalt war klar: Eine solche Lösung kann nur vorübergehend sein. Das wurde vom Bundesrat auch immer so bekräftigt. Für den Zustand der Normalität sollte die Voraussetzung des Zertifikats generell wegfallen. Inzwischen setzen gewisse Veranstalter*innen das Zertifikat nur deswegen ein, weil ein Betrieb mit reduzierter Kapazität einfach nicht rentabel ist. Andere Veranstalter*innen verzichten auf einen Betrieb mit Zertifikat und setzen weiterhin Kapazitätseinschränkungen um. Egal, ob mit oder ohne Zertifikat: Von einer Normalisierung des Kulturbetriebs ist in der momentanen Lage keine Rede.
Hinzu kommt: Die Unterstützungsmassnahmen für Kulturschaffende und -unternehmen drohen Ende Jahr auszulaufen. In der anlaufenden Saison sind die Programme voll, zu einem ganz grossen Teil handelt es sich dabei um verschobene Anlässe aus der Pandemiezeit. Dieser Programmstau betrifft alle, am stärksten aber jene Künstler*innen, die nun keine Verschiebungen mehr haben, und die bis mindestens Frühjahr 2022 warten müssen, bis auch bei ihnen wieder Buchungen dazu kommen. Das bedeutet: Während selbst in der sogenannten Normalisierungsphase des Bundes noch keine Normalität für unsere Branche in Aussicht ist, könnte die überlebenswichtige Unterstützung Ende 2021 auslaufen. Deshalb erwartet SONART, dass die Unterstützungsmassnahmen bis mindestens Mitte 2023 verlängert werden.
Aus dieser Gesamtperspektive formuliert SONART folgende Erwartungen an den Bundesrat, die Kantone und das Parlament:
Das Planen von kulturellen Veranstaltungen mit den Ungewissheiten der pandemischen Entwicklungen und den Schutzmassnahmen ist nach wie vor eine Herausforderung. Der Kultursektor ist noch nicht im Normalbetrieb angelangt, auch wenn der Bundesrat nun den Beginn der Normalisierungsphase verkündet hat. Es braucht deshalb dringend die Verlängerung der Geltungsdauer der Unterstützungsmassnahmen im Kulturbereich (Art. 11 Covid-19-Gesetz) bis mindestens Mitte 2023.
Die Taskforce Culture begrüsst den vom Bundesrat verkündeten Öffnungsschritt, einige wichtige Fragen im Zusammenhang mit dem Covid-Zertifikat bleiben bestehen
Der gestern kommunizierte “fünfte Öffnungsschritt” bringt auch für die Kultur weitere substanzielle Erleichterungen, und zwar sowohl für den Profi- als auch für den Amateurbereich. Es ist erfreulich, dass viele Anliegen der Taskforce Culture – u.a. betreffend Kapazitätsbeschränkungen – in die überarbeitete Verordnung eingeflossen sind und die Anliegen des Kultursektors in wichtigen Punkten berücksichtigt wurden. Durch die Lockerungen für Veranstaltungen mit Covid-Zertifikat sind aber Unklarheiten betreffend Testkapazitäten und Kostenübernahme umso dringender und im Sinne der Kultur zu klären.
Die Stossrichtung stimmt: Kulturveranstaltungen können wieder mit deutlich mehr Publikum und unter weniger strengen Auflagen stattfinden. Erfreulich ist auch, dass nun die gleichen Regeln für Profis und den Amateurbereich gelten. Auch Laien können nun wieder richtig proben und auftreten. Die kurzfristig und wider Erwarten neu formulierten Regeln und zusätzlichen Lockerungen bedürfen nun einer genauen Betrachtung durch die Akteurinnen und Akteure im Kultursektor, damit sie umgesetzt werden können. Hier stellen sich zum jetzigen Zeitpunkt einige Fragen in der praktischen Anwendung.
Offene Fragen zum Covid-Zertifikat
Ungeklärt ist, inwiefern Bund und Kantone bei Veranstaltungen mit Covid-Zertifikat die Testkosten für Tests übernehmen und ob in den Regionen, wo Grossveranstaltungen stattfinden, ausreichend Testkapazitäten zur Verfügung gestellt werden. Wenn der Bund das Testen anordnet, müssen auch die entstehenden Kosten übernommen werden. Offene Fragen u.a. im Zusammenhang mit der Bereitstellung ausreichender Testkapazitäten durch Bund oder Kantone sowie deren Finanzierung, schwächen das Konzept des Zertifikats empfindlich. Es ist unabdingbar, dass das Testen eine valable Alternative darstellt.
Neu soll bei Veranstaltungen, die nur mit gültigem Covid-Zertifikat besucht werden dürfen, das Testmaterial für die vor Ort vorgenommenen Schnelltests vergütet werden. Dass hingegen die Kosten für die notwendige Testinfrastruktur und für das Fachpersonal vor Ort nicht übernommen werden sollen und auch nicht über die Ausfallentschädigungen geltend gemacht werden können, ist fragwürdig.
Planungssicherheit unverändert von grösster Bedeutung
Es kann nicht genügend betont werden, wie wichtig eine ausreichende Vorlaufzeit für Veranstaltungen ist. Bei allen Akteurinnen und Akteuren herrscht das Verständnis, dass ein Projekt aus epidemiologischen Gründen kurzfristig gestoppt werden muss; es darf jedoch nicht sein, dass die Rahmenbedingungen für eine kommende Phase erst wenige Tage vorher final bestimmt werden. Hier wünschen wir uns für alle Veranstaltungsarten und – Grössen eine frühzeitige Kommunikation der Rahmenbedingungen in der Zukunft.
Trotz der aktuell guten epidemiologischen Lage müssen die Kantone zudem den Schutzschirm für Publikumsanlässe rasch umsetzen, damit die Veranstaltenden die Planung mit ausreichender finanzieller Absicherung an die Hand nehmen können. Schliesslich braucht es nun rasch eine Perspektive für die Normalisierungsphase: Wann ist diese erreicht und welche Auflagen werden wie lange aufrechterhalten?
Ergebnisse der Sommersession des Parlaments
Das Parlament hat folgenden Geschäften ohne grosse Diskussionen zugestimmt:
● Nachtragskredite für die Ausfallentschädigung / Transformationsprojekte sowie für die Finanzhilfen für Kulturvereine im Laienbereich;
● Kredit für den Schutzschirm für Publikumsanlässe (Ausfallversicherung für grosse Anlässe
wie beispielsweise Festivals);
● Verlängerung der Corona-Erwerbsausfallentschädigung für Selbstständigerwerbende bis Ende 2021
Es ist bedauerlich, dass die Verlängerung der Unterstützungsmassnahmen für die Kultur bis Ende April 2022 in der Sommersession knapp gescheitert ist, obwohl bereits seit Langem absehbar ist, dass bis Ende Jahr im Kulturalltag noch keine Normalität herrschen wird.
Wenigstens soll nun der coronabedingte Mehraufwand (z.B. Infrastrukturkosten, zusätzliches Personal usw.) bei durchgeführten Veranstaltungen über die Ausfallentschädigung vergütet werden. Dieser Mehraufwand wird sicher teilweise auch Anfang 2022 noch anfallen. Zudem sind Veranstaltende auch vom internationalen Touring der Künstlerinnen und Künstler abhängig. Das Tournee-Geschäft kommt aber erst langsam wieder in Gang, eine Normalisierung ist nicht vor Frühjahr/Sommer 2022 zu erwarten. Auch sind viele Kulturschaffende zusätzlich auf private Anlässe und Corporate-Shows angewiesen, um ihren Lebensunterhalt zu bestreiten. In diesem Bereich zeichnet sich noch keine Erholung ab und so wird auch die Nothilfe für Kulturschaffende wohl noch länger eine notwendige Unterstützungsmassnahme bleiben.
Die Taskforce Culture bietet gerne Hand, eine vom Bundesrat in Aussicht gestellte Lagebeurteilung der Kultur im Hinblick auf die Herbstsession mit ihrem Know-how zu unterstützen.
Die vergangene Woche hat zwei gute Nachrichten für die Kultur in diesen mühsamen Zeiten gebracht:
Einerseits hat das Volk mit grosser Mehrheit das Covid-19-Gesetz angenommen. SONART hatte hier eine Ja-Abstimmungsempfehlung gegeben, weil wir der Überzeugung waren, dass das konkrete Gesetz nötig ist als Grundlage für die Unterstützung der Kulturbranche. Diese kann nun also weitergehen, und es bleibt auch eine Grundlage bestehen, auf der wir darum kämpfen können, dass jene, die es noch brauchen, auch ins Jahr 2022 hinein unterstützt werden können.
Ein umstrittener Punkt war die Befürchtung, dass eine Anwendung des Covid-Zertifikats in der Kultur zu einer Art Zweiklassengesellschaft führen könnte. Hierzu hat sich die Taskforce Culture, in welcher auch SONART mitarbeitet, eine differenzierte Meinung gebildet, welche ihr hier nachlesen könnt.
Die zweite gute Nachricht ist, dass das Parlament in der Sommersession weitere Verbesserungen des Gesetzes in unserem Sinn gemacht hat:
Danke für eure Unterstützung und euer anhaltendes Vertrauen! Wir bleiben gern für euch dran.
Estate culturale? Questioni importanti per la cultura nella sessione parlamentare estiva attualmente in corso.
Nella sessione in corso, il Parlamento dovrà ancora una volta decidere su questioni di vitale importanza per la cultura: maggiori fondi per le compensazioni IPG Cultura e i progetti di ristrutturazione, aiuti finanziari per le associazioni culturali amatoriali, fondi per lo scudo protettivo e estensione delle IPG Corona.
Nonostante i passi di riapertura delle scorse settimane, il settore culturale è ancora lontano da un funzionamento a regime normale: le restrizioni ancora in vigore rendono tutt’ora impossibile l’organizzazione di manifestazioni culturali che possano coprire i propri costi, gli ingaggi per operatrici e operatori culturali sono ancora scarsi, e le associazioni culturali amatoriali possono proseguire le proprie attività solo in maniera molto ridotta. Probabilmente, la situazione non tornerà alla nomalità almeno fino al 2022. Sulla base del numero di richieste presentate, degli importi di compensazione richiesti e dei fondi già concessi, risulta fin d’ora evidente che il budget disponibile per il 2021 è ben lontano dall’essere sufficiente. Le cifre pubblicate ieri dall’Ufficio federale di statistica (UST) mostrano che nel 2020, durante la pandemia di Covid-19, il numero di lavoratrici e lavoratori in ambito culturale è già diminuito del 5% rispetto all’anno precedente e che nelle zone periferiche la diminuizione è stata almeno tre volte superiore a quella delle aree urbane.
Compensazioni IPG Cultura – uno strumento indispensabile
Le compensazioni IPG Cultura, i cui costi sono per metà a carico della Confederazione e per metà a carico dei Cantoni, sono uno strumento indispensabile per il settore culturale svizzero. L‘aumento del massimale ai 140 milioni proposti è pertanto indispensabile per la preservazione della vita culturale del nostro Paese. Nella pratica, rifiutare l’aumento vorrebbe dire porre fine anticipatamente a queste compensazioni essenziali per la sopravvivenza della cultura prima che essa torni a qualcosa di simile alla normalità nel 2022, e ciò, oltre che fatale, sarebbe anche estremamente contraddittorio sia in termini di politica culturale che in termini di politica finanziaria. Migliaia di posti di lavoro e miliardi di valore aggiunto nel settore culturale sarebbero messi in pericolo per negligenza.
Diversità culturale grazie all’eterogeneità della cultura amatoriale
L’odierna diversità culturale è resa possibile unicamente dal fatto che in Svizzera vi sono numerose associazioni impegnate attivamente nell’ambito della cultura amatoriale. Circa i due terzi della popolazione sono coinvolti in attività culturali amatoriali (cfr. Statistica tascabile dell’UFC 2020 sulla cultura in Svizzera). Oltre a essere profondamente implicate nell’educazione culturale, le associazioni amatoriali sono datori di lavoro fondamentali per professionisti e professioniste della cultura come direttrici e direttori d’orchestra, coreografe e coreografi, registe e registi. Ciò nonostante, per il settore amatoriale sono tutt’ora in vigore severe restrizioni, è pertanto fondamentale continuare a fornire loro mezzi finanziari e aumentare il credito con gli 8 milioni di franchi proposti per fa sì che anche la cultura amatoriale venga preservata.
Tema fondamentale: i grandi eventi
La pianificazione di eventi di medie e grandi dimensioni richiede un lungo tempo di preparazione (in media circa 6 - 9 mesi). Nell’incertezza dell’attuale situazione una pianificazione è possibile unicamente a fronte della garanzia di compensazione nel caso in cui la manifestazione non possa evere luogo o possa avere luogo solo in maniera ridotta a causa di eventuali misure sanitarie. È pertanto indispensabile che il Parlamento stanzi i fondi federali necessari per lo scudo protettivo pari a 90 milioni di franchi. Sarà poi responsabilità dei 26 Cantoni applicare rapidamente l’Ordinanza federale affinchè questa assicurazione in caso di annullamento possa avere l’effetto desiderato dal Parlamento già a partire dalle manifestazioni estive.
Estensione delle IPG Corona
Circa due terzi delle imprese del settore culturale sono ditte individuali o lavoratrori e lavoratrici indipendenti (cfr. UST – L’economia culturale in Svizzera, 2020). Le IPG Corona sono essenziali per la sopravvivenza di queste imprese, tanto più che le misure di sostegno specifiche per il settore culturale (IPG Cultura, Aiuti di emergenza per gli operatori culturali) sono sussidiarie, cioè solo complementari. È pertanto essenziale che le indennità perdita di guadagno attraverso le casse di compensazione siano estese fino alla fine del 2021.
La base giuridica di tutte queste misure di sostegno si trova nella legge Covid-19. Solo un Sì degli elettori su questa legge il prossimo 13 giugno garantirà il proseguimento delle misure di compensazione indispensabili per un settore economico per cui il ritorno alla normalità è ancora lontano.
Il 26 aprile 2021, un altro incontro di scambio ha avuto luogo tra il consigliere federale Alain Berset e i rappresentanti del settore culturale svizzero, SONART era anche rappresentato. Tutte le informazioni sullo scambio possono essere trovate qui.
In linea di massima, il settore culturale svizzero accoglie con favore la graduale ripresa delle manifestazioni culturali. Dopo un anno senza cultura in presenza c’è una chiara consapevolezza: abbiamo tutti bisogno di momenti culturali dal vivo e grazie a piani di protezione efficaci possiamo tornare ad accogliere il nostro pubblico senza timori!
Nella sua riunione odierna, il Consiglio federale ha tenuto conto dell’urgente bisogno della popolazione di fruire della cultura dal vivo e questo . estremamente importante e positivo. Abbiamo tutti bisogno di momenti d’incontro e di socializzazione come le manifestazioni culturali, e la possibilit. di organizzare eventi con 50 persone all’interno e 100 all’esterno è un primo passo importante in questo senso.
Ciò nonostante per molti organizzatori di eventi, operatori culturali e agenzie nella pratica queste disposizioni significano che non possono ancora tornare a lavorare normalmente né guadagnarsi da vivere:
Pesanti limitazioni permangono anche nell’ambito della cultura amatoriale:
Il mantenimento delle compensazioni al settore culturale e la loro rapida erogazione restano pertanto indispensabili, e per i grandi eventi, è assolutamente necessario che lo scudo protettivo venga implementato rapidamente e in maniera uniforme in tutta la Svizzera.
Con questa graduale riapertura il settore culturale saprà dare prova di disporre di piani diprotezione efficaci che mettono al centro la sicurezza di pubblico, personale, artiste e artisti, cosa che consentir. al Consiglio federale di stabilire ulteriori tappe di apertura in tempi più rapidi.
Le modifiche all'Ordinanza Covid-19 Cultura adottate dal Consiglio federale lo scorso 31 marzo migliorano nettamente la situazione di molti operatori culturali e nel loro complesso sono accolte con favore. Ciò nonostante vi sono ancora alcune questioni importanti che rimangono insoddisfatte, se non addirittura irrisolte. Questo rispecchia gli esiti della sessione parlamentare primaverile in cui alcune tematiche fondamentali sono state affrontate, mentre altri importanti problemi non hanno trovato risposta.
La definizione freelance finalmente inclusa nella Legge e nell’Ordinanza
Quello di lavoratrici e lavoratori freelance (dipendenti con contratti di lavoro a tempo determinato che cambiano frequentemente) è uno statuto professionale frequente nel settore culturale, ed è pertanto importante che questa categoria sia riconosciuta e menzionata esplicitamente sia nella Legge che nell’Ordinanza. La definizione scelta dal legislatore – secondo la quale per essere riconosciuti come tali le/i freelance devono dimostrare un totale di almeno quattro impeghi a tempo determinato con almeno due diversi datori di lavoro dal 2018 – è comprensibile, anche se vi sono impieghi a tempo determinato e a progetto con un unico datore di lavoro che non costituiscono deprecabili contratti a catena. Anche il fatto che la determinazione esplicita degli anni 2018 e 2019 sia stata introdotta come base di calcolo per le indennità perdita di guadagno IPG cultura segue una logica condivisibile.
Risarcimento retroattivo delle perdite per gli operatori culturali
La compensazione delle perdite per gli operatori culturali era stata ripristinata lo scorso 18 dicembre con copertura dei danni verificatisi a partire dal 19 dicembre 2020. L’attuale modifica dell’Ordinanza mette in atto l’effetto retroattivo deciso dal Parlamento nel corso della sessione primaverile: la compensazione sarà ora in vigore anche per i danni verificatisi a partire dal 1 novembre 2020. Nella pratica questo significa che gli operatori culturali, come già le imprese culturali, avranno avuto diritto a un risarcimento del danno a partire dal mese di marzo 2020 senza periodi scoperti.
Semplificazione degli aiuti d’emergenza attribuiti attraverso Suisseculture Sociale
Le modifiche apportate all’Ordinanza Covid-19 cultura semplificano la gestione delle richieste, colmano importanti lacune e impediscono bruschi rifiuti per singoli casi specifici. Tra le altre cose, sarà ora possibile un margine di reddito di 1'000 franchi mensili. Per valutare l’ammissibilità delle richieste verranno presi in considerazioni solo i beni mobili (cioè per esempio le proprietà immobili dei richiedenti non saranno conteggiate), e il limite patrimoniale sarà leggermente innalzato a 60'000 franchi e a 20'000 franchi per ogni figlio a carico. Nel complesso questo dovrebbe portare a un sostanziale miglioramento dell’importante strumento degli aiuti d’emergenza che si rivolgono a persone in situazioni finanziarie già di per sé molto complesse.
L'educazione culturale rimane esclusa
Incomprensibilmente l’estensione delle misure di compensazione al settore dell’educazione culturale richiesta dalla Taskforce Cultura non si è concretizzata; perciò i docenti che lavorano, per esempio, nelle scuole di danza private, così come le compagnie teatrali che propongono attività scolastiche, continuano ad passare tra le maglie delle diverse misure di sostegno senza che questo abbia una giustificazione obiettiva. Per lo meno però ora la Confederazione sottolinea che i Cantoni hanno la possibilità di colmare questa lacuna. Fortunatamente alcuni Cantoni hanno già riconosciuto questa necessità anche se una soluzione univoca a livello nazionale sarebbe urgente. La formazione professionale di quella cha sarà la prossima generazione di artisti in Svizzera è in serio pericolo, così come le numerose imprese e operatori culturali attivi in questo ambito.
Incertezza per gli organizzatori e domande senza risposta sullo scudo protettivo
La richiesta di adottare un risarcimento del 100% del danno effettivamente computabile a favore di operatori e imprese culturali, così come l’abolizione di massimali cantonali che distorcono la concorrenza (entrambe sostenute anche dalla Conferenza delle città in materia culturale SKK) non sono state ascoltate e questo resta incomprensibile, soprattutto per quando concerne le imprese culturali, che con le attuali norme non sono in grado di pianificare manifestazioni per il futuro in quanto l’imponderabilità finanziaria e la mancanza di sicurezze per la pianificazione sono troppo elevate.
Nonostante nella Legge Covid-19 sia stato incluso uno scudo protettivo a copertura di alcuni eventi, che potrebbe in parte compensare il mancato indennizzo in caso di danno, sono numerose le questioni importanti ancora irrisolte. Per esempio il mancato chiarimento della definizione di «importanza sovra-cantonale», come anche il fatto che per poter accedere alle compensazioni dev’essere stato rilasciato un permesso cantonale, quando, anche in situazioni normali, i permessi vengono emessi solo qualche giorno prima della data dell’evento. Resta dunque da vedere fino a che punto questo nuovo strumento sarà davvero efficace; per il momento un certo scetticismo è d’obbligo, e di conseguenza anche la massima cautela imprenditoriale nel riprendere la programmazione di manifestazioni culturali. Dulcis in fundo resta aperta la questione se tutti i Cantoni aderiranno o se ci saranno spiacevoli differenze nell’attuazione, e se, come richiesto dalla Legge, essi saranno in grado di sostenere la metà di queste spese supplementari con i loro bilanci già molto sollecitati.
La scadenza del sostegno al settore culturale si profila all'orizzonte
Anche se questo non riguarda specificamente l’Ordinanza Covid-19 Cultura e non interessa dunque solo il settore culturale, è importante sottolineare che il fatto che le indennità perdita di guadagno IPG attribuite attraverso le casse di compensazione saranno in vigore solo fino alla fine di giugno rappresenta un motivo di grande preoccupazione per tutte e tutti gli interessati. È infatti prevedibile fin d’ora che per il settore culturale la normalità non potrà tornare con la seconda parte dell’anno e che, pertanto, un’estensione del diritto per lavoratrici e lavoratori indipendenti sarà assolutamente indispensabile.
Infine, a seguito delle decisioni prese nel corso della sessione parlamentare di primavera, il Consiglio federale ha la possibilità di estendere la durata massima del diritto alle indennità di lavoro ridotto dagli attuali 18 mesi a un massimo di 24 mesi. Per la Taskforce Cultura è lampante che in una delle sue prossime riunioni il Consiglio federale debba rendere attiva questa opzione.
Am 31.03.2021 hat der Bundesrat die Anpassungen in der Kulturverordnung bekannt gegeben. Erfreulicherweise wurde vioeles berücksichtigt, das von uns mit der Taskforce Culture in der Frühlingssession gefordert wurde. Eine Lücke bleibt leider weiterhin bestehen bei kulturellen Projekten im Bildungsbereich.
Hier die Infos direkt aus dem Bundesamt für Kultur. Wir überprüfen unterdessen noch weitere konkrete Auswirkungen für euch im Gesuchsprozess und melden uns wieder.
Ausfallentschädigungen für Kulturschaffende
Wie wurde der Schadenszeitraum geändert?
Die Ausfallentschädigungen für Kulturschaffende wurden am 18. Dezember 2020 für finanzielle Schäden ab dem 19. Dezember 2020 wieder eingeführt. Die Änderung der Verordnung setzt eine Rückwirkung um, die das Parlament in der Frühlingssession beschlossen hat: Die Ausfallentschädigungen können für den Schadenszeitraum ab dem 1. November 2020 beantragt werden. Die Kulturschaffenden können somit seit März 2020 ohne Unterbruch Ausfallentschädigungen erhalten, wie dies für die Kulturunternehmen bereits der Fall war.
Welche Fristen gelten für die Gesuchseinreichung?
Für die Einreichung der Gesuche um Ausfallentschädigungen werden Zwischenfristen festgelegt. Kulturschaffende müssen Gesuche um Finanzhilfen für Schäden, die den Zeitraum zwischen dem 1. November 2020 und dem 30. April 2021 betreffen, bis am 31. Mai 2021 einreichen.
Wie wurde der Anspruch auf Entschädigung ausgeweitet?
Neu erhalten neben Kulturschaffenden mit Selbstständigenstatus auch Freischaffende, d. h. Kulturschaffende in befristeten Anstellungsverhältnissen, eine Ausfallentschädigung. Eine Entschädigung können diejenigen Freischaffenden erhalten, die seit 2018 mindestens vier befristete Anstellungen bei mindestens zwei Arbeitgebern im Kulturbereich nachweisen können. (Bei Langzeitabwesenheiten dürfen die Voraussetzungen herabgesetzt werden.)
Nothilfe
Wie wurde der Anspruch auf Entschädigung ausgeweitet?
Die Berechnung der Nothilfe erfolgt angesichts des tatsächlichen Bedarfs unter Berücksichtigung der anrechenbaren Ausgaben und des anrechenbaren Einkommens sowie des Vermögens der oder des Kulturschaffenden. Folgende Neuerungen wurden mit der Änderung der Verordnung eingeführt:
Vorschuss auf die Entschädigung
Wie ermöglicht die Änderung der Verordnung eine schnellere Liquidität? Die Durchführungsstellen der Covid-19-Kulturverordnung (Kantone für die Ausfallentschädigungen, Suisseculture Sociale für die Nothilfe) können den Gesuchstellenden einen Vorschuss gewähren, falls 30 Tage nach Einreichung des Gesuchs noch kein Entscheid vorliegt.
Ora che gli operatori e le imprese culturali cominciano a preparare le loro dichiarazioni d’imposta per il 2020 o hanno già ricevuto i documenti, molti si chiedono come vanno trattate o dichiarate le diverse compensazioni ricevute attraverso le misure Covid 19.
Suisseculture Sociale ha quindi prodotto una scheda informativa su "Come riportare nella dichiarazione d’imposta le compensazioni ricevute attraverso le misure Covid 19?", che elenca le varie misure di sostegno e la pratica corrispondente. Potete trovare la scheda informativa qui.
Der Bundesrat hat am 19. März entschieden, weiterhin keine kulturellen Veranstaltungen zu erlauben. Auch das Proben im Amateurbereich bleibt stark eingeschränkt. Obwohl der Frühling kommt, wurde der verordnete Winterschlaf der Kultur auf unbestimmte Zeit verlängert. Immerhin hat das Parlament einige Entschädigungsmassnahmen für das anhaltende Berufsverbot im Covid-19-Gesetz angepasst und damit zentralen Forderungen der Kulturverbände entsprochen. Aber: Der Scherbenhaufen wird täglich grösser, die Reserven sind aufgebraucht, auch nach 13 Monaten fehlt immer noch jegliche Perspektive.
Verbot kultureller Veranstaltungen weiterhin auf unbestimmte Zeit
Erst am 14. April wird der Bundesrat über nächste Öffnungsschritte entscheiden. Das bedeutet für kulturelle Veranstaltungen, die einen oft erheblichen Planungsvorlauf haben, dass es immer noch keine Planungssicherheit gibt. Reihum sagen deshalb grosse Sommerfestivals die Durchführung ab. Die Kultur ist darauf angewiesen, dass jetzt ein Fahrplan kommuniziert wird, der Aussagen dazu beinhaltet, welche Veranstaltungen unter welchen Rahmenbedingungen und Bewilligungskriterien ab wann wieder stattfinden können. Falls der Bundesrat diese Aussage nicht machen kann, erwarten wir bis Ende März einen Entscheid, wie lange welche Veranstaltungsgrössen sicher noch verboten bleiben. Es zeichnet sich schon jetzt ab, dass 2021 ein ebenso bitteres Jahr für die Kultur wird wie 2020, mit noch nicht absehbaren Langzeitschäden für die kulturelle Vielfalt. Wo immer möglich, müssen Kulturveranstaltungen stattfinden können. Insbesondere braucht es eine differenzierte Betrachtungsweise der verschiedenen Veranstaltungsformen.
Frühjahrssession des Parlaments: Änderungen im Covid-19-Gesetz
Das Parlament hat einigen zentralen Forderungen von rund 100 Kulturverbänden und Kulturorganisationen sowie von über 10'000 Einzelpersonen, die eine Petition der Taskforce Culture innert kürzester Zeit unterzeichneten, entsprochen.
Anpassungen im Covid-19-Gesetz im Sinne der Taskforce Culture:
Im Gesetz wurde auch ein Schutzschirm für Veranstaltungen (Art. 11a - Massnahmen betreffend Publikumsanlässe) verankert, was ein Schritt in die richtige Richtung ist. Es stellen sich in diesem Zusammenhang jedoch insbesondere folgende Fragen und Probleme:
Bei der Ausarbeitung stellt die Branche gerne ihr Know-How zur Verfügung.
Anpassungen im Covid-19-Gesetz, die trotz intensivem Einsatz der Taskforce Culture und den ihr angeschlossenen Verbände und Organisationen leider nicht erfolgten:
Die Taskforce Culture fordert weiterhin insbesondere folgende Änderungen in der Covid- 19-Kulturverordnung:
Am 19. März erfolgte im Parlament die Schlussabstimmung über die Änderungen des Covid-19-Gesetzes. Bereits in den Wochen vor der Session hat unser Lobbying zusammen mit der Taskforce Culture begonnen und wir waren auf drei Ebenen aktiv:
Das Parlament ist erfreulicherweise auf einige zentrale Forderungen eingegangen. Im Covid-19-Gesetz wurde Folgendes in unserem Sinne angepasst:
Weitere Anpassungen für die Kulturmassnahmen muss der Bundesrat auf Verordnungsebene vornehmen. Da wird wohl erst Anfang April bekannt werden, was konkret angepasst werden konnte. Wir haben ermutigende Zeichen aus der Verwaltung und dem Parlament, dass die Verfahren sowohl in der Nothilfe bei Suisseculture Sociale wie auch in der Ausfallentschädigung über die Kantone vereinfacht werden könnten. In Bezug auf die Nothilfe sollen auch einige Hürden beseitigt werden, welche momentan noch Betroffene von den Hilfeleistungen ausschliessen.
Was diese Verbesserungen nun für die konkreten Gesuchsprozesse bedeuten, werden wir erklären, sobald die neuen Verordnungen oder Kreisschreiben da sind.
Im Gesetz verankert wurde auch ein Schutzschirm für überregional bedeutende Veranstaltungen. Der Schutzschirm soll eigentlich ermöglichen, dass es riskiert werden kann, grosse Veranstaltungen trotz der unsicheren Ausganglage verbindlich zu planen. Allerdings sind die Details so kompliziert geregelt, dass noch höchst unklar ist, ob die Musikfestivals auch tatsächlich vom Schutzschirm werden profitieren können. Leider ein weiteres Beispiel, in dem zwar eine Hilfsmassnahme eingeführt wird, aber die Erklärungen der Branche zu wenig beachtet werden, sodass es entweder in der Praxis nicht funktionieren wird oder in der nächsten Session noch einmal nachgebessert werden muss – was notabene zu spät sein wird für die Sommerfestivals.
Trotz intensivem Einsatz ist es uns leider nicht gelungen, folgende Anpassungen zu erwirken:
Beim Kanton Zürich können ab sofort Gesuche um Ausfallentschädigung für Kulturschaffende eingereicht werden. Gesuche für den Schadenszeitraum vom 1. November 2020 bis 31. Januar 2021 müssen bis am 31. März eingereicht werden.
In den meisten anderen Kantonen ist die nächste Eingabefrist der 31. Mai 2021 für den Schadenszeitraum vom 1. Januar 2021 bis 30. April 2021. Weitere Infos zu den kantonalen Anlaufstellen findet ihr hier.
Während die Kultur nach wie vor weitgehend geschlossen bleibt, fordern tausende Kulturschaffende das Parlament auf, die Lücken zu schliessen!
Der Bundesrat hat einen sehr vorsichtigen Plan gefasst für die schrittweise Wiedereröffnung der Kultur. Dass Museen und Lesesäle von Bibliotheken bereits im ersten Schritt wieder Publikum empfangen können, dass Kinder und Jugendliche wieder ihren kulturellen Aktivitäten nachgehen dürfen, ist erfreulich. Die Politik anerkennt im Grundsatz das Bedürfnis der Menschen nach kulturellen Aktivitäten. Was das Tempo der Öffnung angeht, gibt es aber auch innerhalb der Kulturbranche verschiedene Ansichten. Die einen verweisen auf erfolgreiche und vertrauenswürdige Schutzkonzepte und fordern eine raschere Öffnung. Andere befürchten, dass die dringend nötige Planungssicherheit nur gegeben ist, wenn die gesundheitliche Lage wirklich unter Kontrolle ist und bleibt. Mehrere europäische Studien belegen, dass Kulturveranstaltungen keine Infektionsherde sind. Es ist jetzt an der Zeit, dies auch in der Kommunikation zu berücksichtigen und der Stigmatisierung der Kulturorte ein Ende zu setzen.
Das Mögliche ermöglichen, rasch die Richtlinien klären...
Einig ist sich der ganze Sektor darin: Das Mögliche soll ermöglicht werden und die Kriterien der geplanten Öffnungen müssen in den nächsten Tagen kommuniziert werden. Für manche ist es notwendig, weit im Voraus planen zu können, wie z.B. bei Festivals, andere können schneller reagieren. Aber auch kurzfristig mögliche Öffnungen brauchen klare Richtlinien: Wenn ein Theater nicht weiss, ob es nun max. 50 Personen (unabhängig von Raumgrösse) oder 50% seiner Sitzplätze bei guter Lüftung und nur 33% bei keiner Lüftung aufnehmen darf, wie soll es dann Tickets verkaufen bzw. reservieren lassen? Wie soll es seine Crew dafür organisieren? Niemand will sein Personal zum dritten oder vierten Mal aufbieten, dann alles abblasen und vielleicht mit 80% entschädigen, aber erst nach Monaten oder gar nicht.
Die Kulturverbände stehen weiterhin bereit für den konstruktiven und nahen Austausch mit den Bundesbehörden zur Festlegung der nächsten konkreten Schritte. Denn eine Öffnung muss praxistauglich konzipiert sein. Umgekehrt darf auch kein Zwang zur Wiedereröffnung daran gekoppelt werden: Eine sehr grosse Zahl von Kulturunternehmen kann unter relativ restriktiven Bedingungen nicht kostendeckend veranstalten. Hier bleiben die begleitenden Unterstützungsmassnahmen überlebenswichtig.
...und in der Unterstützung endlich vereinfachen und Lücken schliessen
Unabhängig davon, wie rasch wieder geöffnet wird: Die Krise und ihre wirtschaftlichen Folgen sind noch lange nicht ausgestanden. Durch den Produktionsstau des vergangenen Jahres, die vielen Verschiebungen und die lange Vorlaufzeit für grössere Veranstaltungen, wird es selbst im Idealfall noch viele Monate dauern, bis im Kulturbereich wieder Normalbetrieb herrscht.
Wir fordern das Parlament und die Verwaltung auf, in der Frühjahrssession ab 1. März:
1. die Lücken in den bestehenden Unterstützungs- resp. Entschädigungsmassnahmen für das weitgehende Berufsverbot im Kultursektor zu schliessen
2. die Abläufe so weit zu vereinfachen, dass die Unterstützungsgelder rechtzeitig bei den notleidenden Kulturschaffenden und -unternehmen ankommen.
Diese Forderungen werden von einer stündlich wachsenden Zahl von tausenden Kulturschaffenden auch in einer Petition ans Parlament unterstützt: https://www.change.org/culture2021
Die wirtschaftliche Krise bedroht die kulturelle Vielfalt stärker denn je: Nach fast einem Jahr sind die Reserven aufgebraucht. Das gilt für Kulturschaffende aller Bereiche und ebenso für die Kulturunternehmen. Auch die Vereine in der Laienkultur stehen vor existenziellen Zukunftsfragen, genau wie die privatrechtlichen Betriebe der kulturellen Bildung, die seit Beginn der Pandemie von den Massnahmen für die Kultur ausgeschlossen sind.
Ein erster Blick in die bundesrätliche Botschaft zur Anpassung des Covid-19-Gesetzes stimmt leider wenig optimistisch. Neben der rückwirkenden Wiedereinführung von Ausfallentschädigungen für Kulturschaffende, die zu begrüssen ist, werden viele andere Forderungen, die vom Kultursektor schon seit Monaten dringlich gefordert werden, ignoriert. Dazu gehören u.a. die Verbesserungen im Bereich des Erwerbsersatzes für Selbstständige, der Zugang für Freischaffende (Angestellte mit kurzen befristeten, meistens projektbezogenen Anstellungen) zu allen kulturspezifischen Massnahmen oder auch eine bessere taugliche Absicherung für Veranstaltende.
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Mittlerweile kann man bei fast allen Kantonen wieder Gesuche um Ausfallentschädigung stellen. Bei vielen Kantonen ist die Eingabefrist der 28. Februar 2021 für den Schadenszeitraum vom 1. November 2020 bis 31. Januar 2021. Es gibt jedoch wiederum einige Unterschiede zwischen den Kantonen, deshalb empfehlen wir euch, die Website eures zuständigen Kantons zu überprüfen. Die entsprechenden Links zu den kantonalen Anlaufstellen sowie den Formularen und Merkblättern findet ihr hier unter dem Abschnitt Kantonale Anlaufstellen.
Der Regierungsrat hat gestern die Ausrichtung von Taggeldern zur Existenzsicherung von
Kulturschaffenden in der Höhe von gesamthaft maximal 6 Mio. Franken bewilligt. Das
«Basler Modell» zur Unterstützung von Kulturschaffenden in der Coronakrise ist sowohl
für die Antragstellenden als auch für die Verwaltung weniger aufwendig als die
Bundesregelung. Es schliesst neben selbständigerwerbenden auch freischaffende
Kulturschaffende mit häufig wechselnden Kurzzeitanstellungen mit ein, die bisher durch
die Maschen der Hilfsmassnahmen fallen. Vorgesehen sind Taggelder für den Zeitraum
November 2020 bis April 2021 vor, in dem die Kulturschaffenden aufgrund der behördlich
verordneten Massnahmen zur Eindämmung des Coronavirus an der Berufsausübung
gehindert sind.....
(Quelle: MM Regierungsrat Kanton Basel-Stadt)
Ci sono buone notizie dopo la riunione del Consiglio federale di oggi! Nel comunicato stampa del 27 gennaio 2021, la Confederazione scrive:
"Nella sua seduta odierna, il Consiglio federale ha inoltre deciso di chiedere al Parlamento che gli operatori culturali possano beneficiare retroattivamente dal 1° novembre 2020 di indennità di perdita di guadagno. In questo modo si intende garantire la continuità del sostegno. Gli
operatori culturali potranno presentare domanda non appena i Cantoni, cui compete l'attuazione, avranno introdotto le necessarie basi legali."
https://www.admin.ch/gov/it/pagina-iniziale/documentazione/comunicati-stampa/comunicati-stampa-consiglio-federale.msg-id-82136.html
Comunicato stampa sul secondo incontro del settore culturale con il consigliere federale Alain Berset: Insieme per la ripartenza della vita culturale svizzera
Le associazioni di operatori e imprese culturali professionisti e le associazioni culturali amatoriali svizzere – riunite nella Taskforce Cultura – hanno incontrato oggi il consigliere federale Alain Berset e i responsabili degli uffici federali della cultura, della sanità pubblica e delle assicurazioni sociali, oltre che della Segreteria di Stato dell’economia. Esse hanno sottolineato l’importanza di mettere in opera misure di compensazione il più complete possibile e di sviluppare insieme prospettive per il futuro.
Innanzitutto, la Taskforce Cultura ha sottolineato l’importanza della collaborazione tra autorità e settore culturale: soluzioni efficaci si rendono, infatti, ora indispensabili per le persone di un settore che soffre di un divieto di lavoro che dura ormai da 11 mesi. Oltre al perfezionamento delle misure di compensazione – tanto quelle culturali quanto quelle macroeconomiche – occorre mettere in atto condizioni quadro appropriate e costruttive per una ripartenza pianificata e coordinata. Il settore culturale svizzero intende contribuire lavorando in stretta collaborazione con i Cantoni e gli uffici federali competenti.
Su questa base, la discussione odierna si è focalizzata su tre aspetti principali:
1. Ripresa della vita culturale
Le associazioni culturali sottolineano il desiderio urgente di riprendere la vita culturale tenendo conto delle misure sanitarie necessarie. Dopo 11 mesi di incertezza, è ora indispensabile tracciare delle prospettive per il futuro: occorre mettere in campo termini e concetti di protezione comuni per avviare una graduale riapertura. Le misure di protezione devono essere concepite in modo maggiormente differenziato, per esempio sulla base delle condizioni infrastrutturali o del tipo di manifestazione. Nella fase di rilancio è inoltre essenziale contribuire a nuove condizioni artistiche o infrastrutturali, e procedere alla riconquista del pubblico. Al momento si stanno sviluppando concetti per una ripresa delle manifestazioni culturali controllata e pertanto il più sicura possibile (ad esempio il « modello di Basilea»). Il settore culturale vede nella discussione odierna quell’inizio di una stretta collaborazione con l’UFSP, i Cantoni e gli scienziati atteso da tempo, con la finalità di definire nelle prossime settimane concetti differenziati e un calendario di azione.
2. Aggiustamento delle lacune in materia di compensazione
In seconda istanza, le associazioni culturali hanno illustrato le attuali lacune delle diverse misure di compensazione. Ora che le tutte riserve sono realmente esaurite, le differenti lacune devono essere colmate per garantire la preservazione della diversità culturale. Spesso le carenze sono dovute alla mancanza di armonizzazione tra le diverse misure,ma anche alla mancata comprensione delle realtà professionali che caratterizzano la progettualità del settore culturale.
Le preoccupazioni più urgenti sono le seguenti:
3. Una giungla di misure
In terzo luogo, la Taskforce Cultura ha riportato la grande confusione legata alle misure di compensazione, confusione non imputabile solo alle diverse applicazioni cantonali - la Taskforce riconosce lo sforzo di armonizzazione da parte delle conferenze cantonali - ma che ha a che vedere con una mancanza di amalgamazione delle misure e di comunicazione a livello federale: quattro diversi uffici federali sono responsabili delle indennità perdita di guadagno (UFAS), dei casi di rigore (DFF), del lavoro ridotto (SECO) e delle misure Covid-Cultura (UFC). C’è urgente bisogno di:
– stabilire una visione d’insieme (sito d'informazione federale) di tutte le misure in vigore a tutti i livelli federali e della loro interazione aggiornata regolarmente e facilmente accessibile.
– nominare una persona di contatto federale che raccolga e strutturi le ambiguità/ i problemi e li segnali o li faccia chiarire.
– creare una banca dati centralizzata che gestisca (per un periodo di tempo limitato) i diversi contributi di sostegno possibili per i richiedenti, al fine di monitorarli in maniera aggiornata e uniforme.
Die Vermögensobergrenze der Nothilfe wurde angepasst und beträgt neu 45 000 Fr. bei Einzelpersonen, respektive 90 000 Fr. bei Ehepaaren. Zudem erhöht sich der Betrag um 15 000 Fr. pro unterstützungspflichtiges Kind. Zum freizugänglichen Vermögen zählen grundsätzlich: Sparkonti, Aktien und Wertgutschriften, sowie neu auch Eigentums-Liegenschaften welche vom Eigentümer oder von der Eigentümerin NICHT dauerhaft bewohnt werden. Dazu zählen z.B. Ferienhäuser etc. Die Nothilfe wird jeweils für eine Periode von 2 Monaten ausbezahlt.
Für die Periode Januar bis Februar 2021 ist die späteste Einreichung der 20. Februar 2021.
Im Übrigen findet ihr alle Angaben zum Gesuchantrag sowie eine Wegleitung hier.
Schweizer Kultursektor im künstlichen Koma!
Seit rund 11 Monaten unterliegt die Kultur- und Veranstaltungsbranche einem eigentlichen Arbeitsverbot. Davon sind rund 270'000 Kulturschaffende und rund 63'000 Kulturunternehmen betroffen. Wir verstehen zwar aus gesundheitspolitischer Sicht die geplante Verlängerung der Pandemie-Massnahmen, aber Arbeits- und Veranstaltungsverbote sind massive Eingriffe in die Wirtschafts- und Kunstfreiheit. Daher sind einfache, rasche und wirksame Entschädigungen unabdingbar. Ausserdem braucht es jetzt eine Strategie für die Wiederaufnahme des Kulturlebens, dies auch im Interesse der Bevölkerung, die Kulturanlässe besuchen will oder selber kulturell aktiv ist. Diese dringenden Anliegen richtet die verbandsübergreifende «Taskforce Culture» in ihrem heutigen Schreiben an den Gesamtbundesrat.
Die Taskforce Culture kann nicht nachvollziehen, warum die versprochenen Entschädigungen bis heute nur zögerlich oder spät fliessen. So ist beispielsweise das neue Formular für eine Ausfallentschädigung gemäss der Covid-19-Kulturverordnung, die auf die Durchschnittswerte der letzten zwei Jahre abstellt, noch nicht in allen Kantonen online, obwohl die gesetzliche Meldefrist am 31. Januar ausläuft. Dies ist unhaltbar.
Es braucht daher dringend schweizweit einheitliche Regelungen und eine klare Vereinfachung der unübersichtlichen Unterstützungsmassnahmen. Die Härtefallentschädigung muss auch für den Kulturund Veranstaltungssektor zugänglich sein, solange zahlreiche kantonale Einschränkungen die Ausfallentschädigung aushöhlen. So dürfen einerseits keine Veranstaltungen mehr stattfinden, aber entstandene Schäden werden trotz Verbot nicht angemessen entschädigt, wenn sie bspw. in einem Kanton ansässig sind, der die Ausfallentschädigung deckelt.
Schwer nachvollziehbar ist auch die zögerliche Zusprache von dringend benötigten Unterstützungen wie beispielsweise der Kurzarbeitsentschädigung für befristet Angestellte. Befristete Arbeitsverhältnisse sind gerade im Kultursektor häufig anzutreffen. Dennoch wurde die Kurzarbeitsentschädigung für befristet Angestellte nur für drei Monate bis Ende März bewilligt. Angesichts der aktuellen Situation ist das unverständlich.
Der Schweizer Kultursektor wurde ins künstliche Koma versetzt. Der Bundesrat bestimmt in den nächsten Tagen nötige Anpassungen bei den Abfederungsmassnahmen. Um das zu überleben, braucht der Kultursektor unter anderem:
- Kurzarbeitsentschädigung (auch für befristet Angestellte) bis zum Normalbetrieb, mindestens aber bis Ende 2021
- Corona-Erwerbsersatzentschädigung für alle Selbständigerwerbenden, deren Betrieb aufgrund der Pandemiemassnahmen eingeschränkt wurde, bereits ab einer Umsatzeinbusse von 10% bis zum Normalbetrieb, mindestens aber bis Ende 2021 und unter Ausrichtung einer Betriebszulage
- Eine volle Ausfallentschädigung für Kulturunternehmen und Kulturschaffende (100%) ohne kantonale Deckelungen oder Ausschlüsse bis zum Normalbetrieb, mindestens aber bis Ende 2021
- Zugang zur subsidiären Härtefallentschädigung auch für Kulturbetriebe, ob Einzelfirma oder juristische Person, bis zum Normalbetrieb, mindestens aber bis Ende 2021
Es kann nicht sein, dass die Schweizerische Nationalbank mittlerweile über eine Ausschüttungsreserve von annähernd 100 Mrd. Franken verfügt und in dieser Krisenzeit dennoch nur 4 Mrd. an die öffentliche Hand ausschütten will. Geld für rasche und ausreichende Entschädigungen an die lahm gelegten Branchen wie die Kultur wäre in der Schweiz vorhanden...
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Parlament erweitert die Unterstützung für die Kultur
Mit dem zweiten Kultur-Lockdown nahm das Parlament auf Antrag des Bundesrates noch einmal die Diskussion über die Unterstützungsmassnahmen für diesen besonders betroffenen Sektor auf. Während der Differenzbereinigung zwischen den beiden Räten wurden aufgrund der sich zuspitzenden Lage neue Anträge zum Covid-19-Gesetz beraten. Die Taskforce Culture ist erfreut und erleichtert über die beschlossenen Anpassungen. Die von ihr letzte Woche angemahnten Lücken wurden zu einem grossen Teil geschlossen.
Das Auftrittsverbot und die Einschränkungen im Kulturleben bedeuten für tausende Kulturschaffende und Kulturunternehmen eine grosse finanzielle und auch psychische Belastung. Parallel zu den permanenten Absagen und Verschiebungen herrscht nach wie vor Planungsunsicherheit. In dieser Situation muss darauf vertraut werden können, dass die Unterstützungsmassnahmen zielführend ausgerichtet werden.
Für die Kulturszene sind insbesondere diese Beschlüsse wichtig:
1. Die Ausfallentschädigung ist – wie in der ausserordentlichen Lage – erneut sowohl den Kulturunternehmen als auch den Kulturschaffenden zugänglich. Letztere waren gemäss Covid-19-Gesetz bisher ausgeschlossen. Vielen Musikern, Schauspielerinnen, Autoren und Performancekünstlerinnen werden in der aktuellen Lage Auftritte im Rahmen von privaten Veranstaltungen oder Firmenanlässen abgesagt. Für sie alle ist es entscheidend, dass sie für dieses entgangene Einkommen Ausfallentschädigungen beantragen können.
2. Nach bisherigem Gesetz mussten selbstständig Erwerbende eine Umsatzeinbusse von 55% nachweisen, um Corona-Erwerbsersatz bei der AHV-Ausgleichskasse ihres Kantons beantragen zu können. Von 45% der Einkünfte können aber die wenigsten Kulturschaffenden leben, die Einkommen vieler sind auch in normalen Zeiten tief. Die Senkung der Umsatzeinbusse auf 40% ab dem 19. Dezember 2020 schafft hier Erleichterung.
3. Ebenfalls wieder aufgenommen wurde die Kurzarbeitsentschädigung für befristete Arbeitsverträge. Für die Kulturschaffenden, die häufig projektweise angestellt werden,
stellt dies eine wichtige Ergänzung dar. Bei der Kurzarbeit werden zudem geringe Löhne (unter CHF 3’470) neu zu 100% entschädigt, Löhne bis CHF 4’340 werden wenigstens mit dem Mindestlohn von CHF 3'470 kompensiert, höhere Löhne mit 80%. Die Verlängerung des summarischen Verfahrens für Kurzarbeitsentschädigung bis am 31. März 2021 ist eine wesentliche Entlastung für betroffene Unternehmen.
4. Der Kredit für die Härtefall-Unterstützung wird um CHF 1.5 Milliarden auf CHF 2.5 Milliarden erhöht. Bei der Beurteilung der Härtefälle müssen die Fixkosten sowie die gesamte Vermögenssituation mitberücksichtigt werden. Härtefall-Unterstützungen können allerdings nur von Betrieben mit einem klar abgegrenzten Kulturbereich beantragt werden, wenn diese nicht im Rahmen der Ausfallentschädigung unterstützt werden.
5. Grundsätzlich erfreulich sind die Anpassungen in der Covid-19-Kulturverordnung. So werden die Einkommens- und Vermögenshöchstgrenzen für die Nothilfe über Suisseculture Sociale angehoben. Weiter ist es gemäss den Erläuterungen zur Kulturverordnung bei den Ausfallentschädigungen neu möglich, nicht nur ausgefallene Veranstaltungen als Schaden anzurechnen. Kulturunternehmen können auch eine Ausfallentschädigung geltend machen, wenn sie z. B. aufgrund von Planungsunsicherheit keine Programmierung vornehmen konnten. Dabei wird auf die tatsächlich erfolgte Programmierung in den relevanten Vergleichsmonaten der letzten zwei Jahre abgestellt. Ebenfalls begrüssen wir, dass der Bund mit den Kantonen mehrere Verrechnungsperioden vorsieht, so dass nicht bis zum Ablauf des Gesetzes im Dezember 2021 auf eine Auszahlung gewartet werden muss. Schliesslich ist es hilfreich,
dass Kosten für Transformationsprojekte neu bis zu 80% finanziert werden können und gewisse Infrastrukturprojekte darunterfallen. Leider wurde im Zuge der Änderung der Covid-19-Kulturverordnung die Gelegenheit verpasst, bei der Ausfallentschädigung die bestehende Entschädigungsobergrenze von 80% zu streichen. Damit wird das Problem, dass aufgrund fehlender Planungssicherheit kaum Veranstaltungen geplant werden, nicht gelöst. Selbst im besten Fall tragen die Veranstalter 20% der angefallenen Kosten, was sich kaum ein Kulturunternehmen leisten kann. Im Hinblick auf den benötigten zeitlichen Vorlauf ist diese Regelung vor allem für Sommerfestivals schwierig. Die Taskforce Culture hätte es begrüsst, wenn diesbezüglich eine pragmatische und unbürokratische Lösung ermöglicht worden wäre. Die dringliche Notwendigkeit eines Revitalisierungsfonds nach dem Vorbild Deutschlands oder Österreichs bleibt somit bestehen, um überhaupt wieder Kulturveranstaltungen zu planen.
Damit diese Massnahmen schnell Wirkung zeigen, ist eine effiziente Umsetzung durch die Kantone dringend notwendig. Viele Gesuche für Ausfallentschädigung unter der am 20. September 2020 ausgelaufenen Kulturverordnung sind bei den Kantonen noch hängig. Kulturschaffende und Kulturunternehmen warten teilweise seit März auf die Auszahlung der Beiträge. Die Gelder müssen jetzt fliessen, um die Existenz von zahlreichen Kulturschaffenden und Kulturunternehmen zu sichern und damit die kulturelle Vielfalt in unserem Land.
Im Rahmen der parlamentarischen Debatte um neue Covid-Entschädigungen werden derzeit auch Anpassungen bei der Covid-19 Kulturverordnung diskutiert, darunter eine Erhöhung der Einkommens- und Vermögensfreibeträge bei der Nothilfe. Diese Änderungen werden allerdings erst nach Weihnachten definitiv verabschiedet, während die Einreichefrist für Gesuche bei Suisseculture Sociale für die Periode Oktober bis Dezember am 20. Dezember abläuft.
Wenn Sie also nicht sicher sind, ob Sie Anspruch auf Nothilfe haben (z. B. weil Ihr Vermögen knapp über der Freigrenze liegt), bitten wir Sie, noch vor dem 20. Dezember ein Gesuch bei Suisseculture Sociale einzureichen, damit dieses gegebenenfalls noch für den Zeitraum Oktober bis Dezember berücksichtigt werden kann.
Die Gesuche können unter http://nothilfe.suisseculturesociale.ch eingereicht werden.
Die Eingabefrist für einen Nothilfebeitrag für die Monate Okt/Nov/Dez läuft noch bis zum 20. Dezember 2020. Die Nothilfe wird auch im nächsten Jahr (bis Ende 2021) weitergeführt. Die Nothilfe wird grundsätzlich fortlaufend bezahlt, sofern die Anspruchsberechtigung bestehen bleibt. Das heisst, wer einmal ein Gesuch eingereicht hat, wird für die fortlaufenden Zahlungs-Perioden jeweils von Suisseculture Sociale direkt aufgefordert, sein Gesuch zu aktualisieren und neu einzureichen.
Kulturschaffenden, die noch kein Gesuch eingereicht haben, sich aber schon jetzt oder in absehbarer Zeit in einer finanziellen Schieflage befinden werden, raten wir dringlichst nicht zu warten bis alle Reserven aufgebraucht sind.
Weitere Informationen zur Anspruchsberechtigung und Antragstellung sind auf unserer Website zu finden. https://www.sonart.swiss/de/covid-verordnung-kultur/nothilfe/
Diese Woche sind Stände- und Nationalrat auf einige unserer Forderungen eingegangen und haben für die Kulturbranche sehr positive Beschlüsse gutgeheissen: Der Corona-Erwerbsersatz für Selbständige wird neu schon ab 40 % statt wie bisher 55 % Einsatzeinbusse möglich sein. Ab wann diese neue Regelung gilt, ist noch nicht klar. Zudem wird es neu auch wieder Ausfallentschädigungen für Kulturschaffende geben, und zwar rückwirkend, ab dem 20. September 2020. Es ist zurzeit noch nicht klar, ab wann man Gesuche einreichen kann und wie genau die Bedingungen aussehen. Sobald wir hier genauere Infos haben, informieren wir euch wieder.
Erneuter Kulturlockdown ohne lückenloses Unterstützungssystem und ohne Revitalisierungsstrategie?
Anlässlich der Wintersession 2020 befasste sich das Parlament erneut mit dem Covid-19-Gesetz. Aus Sicht der Taskforce Culture verpasste es die Chance, wichtige Lücken in den Unterstützungsmassnahmen zu schliessen. Immerhin stimmte das Parlament dem bundesrätlichen Vorschlag zu, Kurzarbeitsentschädigung für befristet Angestellte wieder im Gesetz zu verankern. Aktuell steht nun aber ein erneuter kompletter Kulturlockdown zur Debatte.
Die Taskforce Culture hat sich heute mit einem Schreiben an den Gesamtbundesrat gewandt und folgende 6 Punkte betont:
1. Wir begrüssen, dass der Bund das Heft wieder in die Hand nimmt. Wir erwarten das aber auch bezüglich Entschädigungen. Eine schweizweit einheitliche Politik zur Bewältigung dieser Krise fordern wir seit Beginn. Faktisch herrscht aus Sicht des Bundesrates offenbar wieder die ausserordentliche Lage. Der Bundesrat sollte sie konsequenterweise auch formell beschliessen und entsprechend handeln.
2. Im vielfältigen Schweizer Kultursektor wird die Frage eines Lockdowns genauso diskutiert wie in anderen betroffenen Wirtschaftsbranchen, wie in den Skiorten oder im Bundesrat: Die einen möchten auch mit vielen Auflagen und Einschränkungen weiter Kultur anbieten, viele andere schliessen bereits von sich aus, weil kostendeckendes Veranstalten unter diesen Umständen nicht mehr möglich ist.
3. Aber eines ist klar: Im Fall eines weiteren Kulturlockdowns müssen taugliche Unterstützungsmassnahmen ohne Einschränkungen für alle Kulturakteure zugänglich sein. Wir haben bereits letzte Woche darauf hingewiesen, dass dies mit dem aktuellen Covid-19-Gesetz nicht der Fall ist. Diese Lücken müssen jetzt geschlossen werden. Auch hier muss der Bund das Zepter übernehmen. Im Vollzug der Unterstützungsmassnahmen zeigten sich die Grenzen des Föderalismus deutlich.
4. Zur Zeit sind die Kantone offenbar eingeladen, neue, aus ihrer Sicht nötige Unterstützungsmassnahmen vorzuschlagen. Wir bedauern einmal mehr, dass sich die betroffenen Branchen dazu nicht äussern können, obwohl sie wohl am besten wissen, welche Massnahmen ihnen helfen würden.
5. Wir vermissen nach wie vor eine zumindest mittelfristige Strategie des Bundesrates für zukünftige Massnahmen (zB nach definierten Massnahmestufen) sowie zur Wiederaufnahme kultureller Tätigkeiten. Auch wenn unklar ist, wie sich die Zahlen entwickeln, so brauchen der Schweizer Kultursektor, die Schweizer Wirtschaft und die Schweizer Bevölkerung klarere Ansagen, statt einem allwöchentlichen Adrenalinschub anlässlich der bundesrätlichen Pressekonferenzen.
6. Teil einer solchen Strategie muss auch ein Revitalisierungsfonds sein, der im Falle von Absagen von Kulturanlässen die volle Schadloshaltung sicherstellt. Andernfalls wird nichts mehr geplant werden und die Kultur kommt nicht mehr in Gang. Beispielsweise kündigt der deutsche Finanzminister Olaf Scholz im "Tagesspiegel" eine staatliche Übernahme der Kosten für alle Veranstaltungen an, die für die zweite Jahreshälfte 2021 geplant werden, aber wegen der Corona-Pandemie abgesagt werden müssen.
Sofort zu schliessende Unterstützungslücken:
Auch Gagen und Honorare sollten bei der Ausfallentschädigung für Kulturunternehmen miteinbezogen werden
Mit dem neuen Gesetz Covid-Kultur wurde die Ausfallentschädigung für Kulturschaffende nicht mehr weitergeführt. Ausschliesslich Kulturunternehmen (wie zb Veranstalter) können nach wie vor Ausfallentschädigung beantragen.
Wir möchten die Kulturunternehmen darauf hinweisen, dass Gagen, Honorare und Urheberrechtsentschädigungen der Kulturschaffenden für ausgefallene Veranstaltungen bei der Ausfallentschädigung ebenso miteinberechnet werden sollen.
Dies gilt ebenso für die Unterstützung von Transformationsprojekten.
Diese können ausschliesslich über ein Kulturunternehmen beantragt werden.
Allerdings können sich dafür auch Kulturschaffende in der Form von einer rechtlich selbständigen Arbeitsgemeinschaft zusammenschliessen und ein Fördergesuch einreichen.
Unser Dachverband der Kulturverbände Suisseculture hat dazu ein Dokument verfasst mit dem Sie die Kulturunternehmen entsprechend darauf hinweisen können.
Medienmitteilung der Taskforce Culture vom 30. November 2020 zur Änderung des Covid-19-Gesetz (Wintersession 2020)
1. Härtefall: Unterstützung nur für die Grossen?
Die Schweizer Kulturbranche ist enttäuscht vom Vorschlag des Bundesrates, die Umsatzschwelle für Härtefallgesuche auf CHF 100'000 festsetzen zu wollen. Im Kultursektor wie in der gesamten Schweizer Wirtschaft gibt es zahlreiche Kleinstbetriebe und Einzelunternehmen, die keinen Umsatz von CHF 100'000 generieren, aber dennoch seit vielen Jahren solide wirtschaften. Da erstaunt die bundesrätliche Erklärung: «Mit der Erhöhung soll verhindert werden, dass die knappen administrativen Ressourcen der Kantone für die Abwicklung von Anträgen von Kleinstunternehmen beansprucht werden» (https://www.admin.ch/gov/de/start/dokumentation/medienmitteilungen.msg-id-81342.html). Es darf nicht sein, dass der administrative Aufwand der Kantone über die Existenz von Kleinunternehmen gestellt wird. Wenn schon, müsste die Umsetzung der Massnahmen so ausgestaltet werden, dass der administrative Aufwand tragbar ist. Erfreulicherweise hält die WAK-N dagegen und beantragt eine Umsatzschwelle für Härtefallgesuche von CHF 50'000 (https://www.parlament.ch/press-releases/Pages/mm-wakn-2020-11-27.aspx). Neben der Umsatzschwelle stellt aber auch die Umsatzeinbusse von 40% eine grosse Hürde dar. Denn bereits eine Umsatzeinbusse von 10–20% kann zu gravierenden Problemen führen, gerade bei kleineren Unternehmen, die kaum über finanzielle Reserven verfügen und in den neun Pandemie-Monaten bereits erhebliche Einbussen hinnehmen mussten. Wir begrüssen daher den Minderheitenantrag, der die Umsatzeinbusse auf 30% festlegen möchte. Sehr wichtig ist zudem der Antrag der WAK-N, bei der Berechnung der Umsatzeinbusse auch einen Anteil der nicht gedeckten Fixkosten zu berücksichtigen.
2. Ausfall oder Härtefall? Oft ist es beides.
Gemäss Vorlage sollen Kulturunternehmen, die Anspruch auf Ausfallentschädigung haben, von der Härtefallentschädigung ausgeschlossen werden. Dies wäre für die Kulturbranche eine Katastrophe, denn die Ausfallentschädigung kann aufgrund einer «Deckelung» oder anderer kantonaler Spezialregeln oft nur einen (kleinen) Teil der Schäden decken. Der Zugang zur Härtefallentschädigung ist für Kulturunternehmen existentiell. Bereits erhaltene Unterstützungen sollen angerechnet werden, damit kein Schaden doppelt entschädigt wird, dürfen jedoch nicht automatisch ausschliessend wirken.
3. Kurzarbeitsentschädigung auch für befristet Angestellte
Befristete Arbeitsverhältnisse sind im Kultursektor typisch: von Regie über Lichttechnik und Schauspiel bis hin zur Komposition. Daher begrüssen wir den Vorschlag des Bundesrates, dass Kurzarbeitsentschädigung auch für Arbeitnehmende in befristeten Arbeitsverhältnissen wieder möglich sein muss. Unverständlich ist dagegen, warum diese nicht rückwirkend per 1.September 2020 gewährt werden soll. Schliesslich endete die KAE für befristete Arbeitsverträge Ende August nicht, weil man sie nicht mehr gebraucht hätte, sondern weil man die schwächsten Arbeitnehmenden über die Klinge springen liess. Der Covid-Kreditrahmen wurde bisher bei weitem nicht ausgeschöpft, und auch die bisherigen Ausgaben für die KAE sind offenbar deutlich niedriger als geplant. Daher ist eine Ablehnung der rückwirkenden Einführung der KAE für befristete Arbeitsverhältnisse nicht nachvollziehbar. Aus Sicht der Kulturbranche ist es ausserdem nötig, Nettolöhne die unter CHF 4000 liegen zu 100% statt nur zu 80% auszugleichen.
4. Erwerbsersatz, aber nicht für alle
Selbstständigerwerbende können seit dem 17. September 2020 nur noch Corona-Erwerbersersatz erhalten, wenn sie eine Umsatzeinbusse von 55% nachweisen können. Das ist für viele selbstständig erwerbende Kulturschaffende eine Katastrophe. Bei einem Medianlohn von CHF 40'000 im Jahr kann niemand mit 45% der Einnahmen überleben. So erhalten viele selbstständige Kulturschaffende weder Erwerbsersatz noch Ausfallentschädigung (indirekt über die Kulturunternehmen). Sie fallen durch die Maschen und müssen ihr Erspartes aufbrauchen, bis sie Nothilfe beantragen können. Die fixe Grenze von 55% Umsatzeinbusse ist zu streichen, es braucht flexiblere Lösungen auf Verordnungsebene. Das Budget für Corona-Erwerbsersatz wurde bis heute nicht ausgeschöpft; schon jetzt mit finanziellen Angst-Szenarien zu argumentieren, ist angesichts der existenziellen Not im Kulturbereich nicht fair. Bereits jetzt ist absehbar, dass die aktuelle Beschränkung des Corona-Erwerbsersatzes auf Ende Juni 2021 nicht sinnvoll ist. Zur Zeit werden keine Veranstaltungen geplant, keine Kulturschaffenden gebucht. Die Covid-Pandemie wird die Rückkehr zum Normalbetrieb im Kultursektor weit länger beeinträchtigen als z.B. in der Gastronomie oder anderen Branchen.
5. ALV: Rahmenfrist verlängern
Freischaffende können oftmals nicht innerhalb der Rahmenfrist von zwei Jahren die nötige Arbeitsdauer für den Bezug von ALV erreichen, da sie nur kürzeste Arbeitsverträge erhalten (z.B. für einen Auftritt oder einen Einsatz als Sprecherin). Dies gilt seit Covid-19 noch viel mehr. Daher muss die Rahmenfrist für Angestellte in befristeten Arbeitsverhältnissen und mit häufig wechselnden Arbeitgebenden dringend von zwei auf vier Jahre erweitert werden.
FAZIT:
Die SNB hat Bund und Kantonen einen Gewinn von CHF 4 Mrd. in Aussicht gestellt. Selbst hohe Verluste im letzten Quartal dieses Jahres würden diese Ausschüttung nicht gefährden (Ausschüttungsreserve beträgt derzeit rund 100 Mrd, erforderlich sind 40 Mrd). Bund und Kantone dürfen also mit diesem Geld rechnen. Vor diesem Hintergrund und angesichts der grossen Auswirkungen für zahlreiche Kleinunternehmer*innen und Arbeitnehmende darf nicht ausgerechnet bei Einkommensschwächsten an Unterstützung gespart werden.
Neben den bundesweiten Massnahmen zur Bekämpfung der Corona-Pandemie haben viele Kantone weitergehende Massnahmen entschieden. Um einen Überblick über diese Massnahmen bezüglich Veranstaltungen und kulturellen Aktivitäten zu schaffen, sind hier die Kantone und ihre jeweiligen Massnahmen aufgelistet. Da sich die Massnahmen jederzeit ändern können, empfehlen wir, jeweils auch noch die entsprechenden Seiten der Kantone zu konsultieren. Auf der Website steht zudem, an welchem Datum die entsprechenden Seiten zuletzt geprüft wurden.
Personen, die im Zeitraum von April bis September ein Gesuch um Nothilfe bei Suisseculture Sociale (SCS) eingereicht und nach der Schlussabrechnung zu viel Geld erhalten haben, wurden in den letzten Wochen von SCS per Brief kontaktiert betreffend einer möglichen Rückzahlung. Dies notabene auch noch zu einem sehr kritischen Zeitpunkt mit grosser finanzieller und wirtschaftlicher Unsicherheit. Das wirft verständlicherweise viele Fragen auf!
Wie kam es dazu?
Beträge der staatlichen Massnahmen namentlich des Erwerbsersatz (EO) der kantonalen Ausfallentschädigung, sowie der Nothilfe werden jeweils miteinander verrechnet.
Das heisst, wer z.b bereits durch EO Zahlungen einen grossen Teil seiner Ausfälle decken konnte, wird dementsprechend nur noch einen kleineren Teil von der Ausfallentschädigung erhalten. Mit der Nothilfe verhält es sich genau gleich. Sie orientiert sich am jeweiligen EO-Tagessatz und errechnet anhand aller deklarierten Einnahmen und Ausgaben das monatliche Defizit. Wie wir wissen war der Erwerbsersatz gerade in den ersten Wochen des Lockdowns unser grosses Sorgenkind. Bis die Massnahmen griffen, waren bei Suisseculture Sociale die Gesuche um Nothilfe schon längst in Bearbeitung, um diese auch so schnell wie möglich ausbezahlen zu können.
Die Berechnung des Defizits in der Bezugsperiode April/Mai musste also oftmals ohne die endgültigen CEE Daten (EO-Tagessatz) der Ausgleichskassen gemacht werden.
So kam es teilweise dazu, dass aufgrund nachträglich veränderter EO-Tagessätze, zu viel Nothilfe ausbezahlt wurde.
Mit dem Entscheid des Bundesrates, den Erwerbsersatz bis Mitte September zu verlängern (ein Entscheid, den wir natürlich begrüssten), wurde allerdings SCS auch die Möglichkeit genommen, die zu viel ausbezahlten Nothile-Beträge innerhalb der Laufzeit der COVID-Verordnung Kultur (die bis Sept 20 galt) zu verrechnen.
SCS bietet alternative Lösungen an
Der Unmut über die Rückforderungen mitten in der Krise ist natürlich nachvollziehbar. Der Handlungsspielraum von SCS ist allerdings sehr begrenzt.
Gemäss der Verlängerung der COVID-Verordnung Kultur vom 13. Mai) heisst es:
«Die Soforthilfe kann dabei zeitlich vorschüssig bezahlt werden, ist aber inhaltlich gegenüber der Entschädigung für Erwerbsausfall nachgelagert. Deshalb muss der Verein Suisseculture Sociale sicherstellen, dass eine allenfalls zu viel bezahlte Nothilfe zurückgefordert wird. Er kann aus Gründen des Verwaltungsaufwandes auf Rückforderung verzichten, die unter 500 Franken liegen.»
Zudem wurden die Rückforderungsmodalitäten vom Bundesamt für Kultur (BAK) vorgegeben, an die sich SCS entsprechend richten muss.
Allerdings, SCS versucht wenn immer möglich alternative Lösungen anzubieten. So können nun Rückzahlungen auch in Raten bis spätestens Ende Juni abbezahlt werden. Auch ist es nun möglich, Rückforderungen mit weiteren Gesuchen um Nothilfe zu verrechnen – was allerdings nur in den Fällen greift, wo der Anspruch auf Erwerbsersatz nicht mehr gegeben wäre.
Betroffene Personen, die aktuell nicht in der Lage sein sollten, den Rückforderungen nachzukommen, empfehlen wir sich unbedingt direkt per Mail nothilfe@suisseculturesociale.ch an SCS zu wenden!
Die Nothilfe über Suisseculture Sociale wird auch unter dem Covid-19 Gesetz weitergeführt. Hauptberufliche Kulturschaffende mit Wohnsitz in der Schweiz können ab Donnerstag 05.11.20 hier ein Gesuch einreichen. Wir empfehlen allen anspruchsberechtigten Kulturschaffenden, die sich in einer finanziellen Notlage befinden, jetzt ein Gesuch einzureichen und nicht zu warten, bis alle Reserven aufgebraucht sind.
Als hauptberuflich im Kulturbereich gilt nach wie vor, wer mit seiner/ihrer künstlerischen Tätigkeit mind. die Hälfte des Lebensunterhaltes finanziert, oder mind. die Hälfte der Normalarbeitszeit für die künstlerische Tätigkeit aufwendet.
Es ist daher nicht relevant, welchen Status (selbständig erwerbend, angestellt, «freischaffend») man hat. Anspruchsberechtigt sind grundsätzlich alle Kulturschaffenden entsprechend der neuen Covid-19 Kulturverordnung.
Die Nothilfe wurde errichtet, um unabhängig von ausgefallenen Engagements und Gagen die Kulturschaffenden in einer finanziellen Notlage zu unterstützen. Eine finanzielle Notlage entsteht grundsätzlich dann, wenn die Einnahmen die Ausgaben nicht mehr decken. Die Nothilfe deckt somit das finanzielle Defizit. Sie errechnet sich anhand eines existentiellen Grundbedarfs (SKOS Richtlinien) und aufgrund der realen Einnahmen und Ausgaben.
Eine seriöse Überprüfung der Notlage bedingt zwar einen administrativen Aufwand des Gesuchstellers oder der Gesuchstellerin, der allerdings überschaubar ist, sofern man die notwendigen Unterlagen und Nachweise dem Antrag bereits beilegt, um weitere Rückfragen und Wartezeiten zu vermeiden.
Im Übrigen findet ihr alle Angaben zum Gesuchantrag sowie eine Wegleitung auf https://nothilfe.suisseculturesociale.ch
Aktuell stellt Suisseculture Sociale aufgrund der Veränderungen des Covid-19 Gesetzes noch seine Webplattform um. Gesuche können aber ab Donnerstag 5.11.20 schon eingereicht werden.
Für die Einreichung gelten neu u.a. folgende wichtige Änderungen:
Für die Übergangsphase der neuen Verordnung hat Suisseculture Sociale ein Budget von 15 Mio Fr. für die Nothilfe zugesprochen bekommen. Falls dieser Betrag nicht vollständig aufgebraucht wird, muss er dem Bund zurückbezahlt werden. Ein Übertrag ins Jahr 2021 ist grundsätzlich nicht möglich.
Es ist nicht selbstverständlich, dass wir in der Schweiz verglichen mit anderen europäischen Ländern das Konstrukt der Nothilfe haben, welche im Übrigen ausschliesslich in den Händen der Kultur ist. Der Verein Suisseculture Sociale http://www.suisseculturesociale.ch/index.php?id=145 wurde 1999 von der Kulturbranche, als sozusagen kleine Schwester vom Kultur-Dachverband Suisseculture https://www.suisseculture.ch/index.php?id=207 gegründet, um Kulturschaffenden in Not zu helfen. Genau das tut sie auch heute, wenngleich sie dabei als Finanzhilfeempfängerin des Bundes waltet.
An seiner Sitzung vom 4. November 2020 hat der Bundesrat Verordnungsänderungen bezüglich dem Corona-Erwerbsersatz verabschiedet, die neue Regelung tritt rückwirkend auf den 17. September 2020 in Kraft und ist befristet auf den 30. Juni 2021. Neu haben laut Verordnung Selbständigerwerbende und Personen in arbeitgeberähnlicher Stellung einen Anspruch auf Corona-Erwerbsersatz, deren Erwerbstätigkeit wegen Massnahmen gegen das Coronavirus massgeblich einschränkt ist und die eine Lohn- oder Einkommenseinbusse erleiden. Die massgebliche Einschränkung ist definiert durch einen Umsatzverlust von mindestens 55 Prozent im Vergleich zum Durchschnitt der Jahre 2015 bis 2019. Die Betroffenen müssen die Umsatzeinbusse deklarieren und begründen, wie sie auf Massnahmen zu Bekämpfung der Covid-19-Epidemie zurückzuführen ist. Wir prüfen diese Verordnung momentan, sobald wir mehr über die Umsetzung wissen, informieren wir wieder.
Der Bundesrat hat am 28. Oktober entschieden: Schweizweit sind öffentliche Veranstaltungen bis auf Weiteres nur mit höchstens 50 Personen zugelassen. Diskotheken und Tanzlokale müssen schliessen. Proben von Kulturvereinen im Laienbereich sind nur noch mit maximal 15 Personen möglich. Amateurchöre dürfen nicht mehr proben. Kurzfristig braucht es nun die rasche Auszahlung der gesprochenen Unterstützungsgelder, mittel- bis langfristig braucht es Perspektiven für den Kultursektor. Die Kulturverbände müssen besser und vor allem frühzeitig von den staatlichen Entscheidungsträgern eingebunden werden. Nur gemeinsam kann es gelingen, die kulturelle Vielfalt zu erhalten sowie Kulturschaffenden und Kulturunternehmen zu ermöglichen, wieder ihrer Arbeit nachzugehen und damit ihre Lebensgrundlage selbst zu erwirtschaften.
Der Kultursektor kann nachvollziehen, dass es harte Massnahmen braucht, um die steigenden Infektionszahlen einzudämmen und eine Überlastung des Gesundheitswesens zu verhindern. Alle müssen ihren Beitrag leisten. Deshalb haben die Kulturschaffenden, die Kulturunternehmen und die Vereine im Bereich der Laienkultur die Massnahmen von Bund und Kantonen von Anfang an mitgetragen. Sie haben viel in Schutzkonzepte investiert und diese konsequent und verantwortungsbewusst umgesetzt. Obwohl sie alle arbeiten und ihr Geld selber verdienen wollen, müssen sie akzeptieren, dass das zurzeit nicht möglich ist. Nichtsdestotrotz sind die einschneidenden und weitreichenden Massnahmen zur Eindämmung der Epidemie für den ganzen Kultursektor ein Desaster.
Perspektivenlosigkeit und grosse Verunsicherung im Kultursektor
Die einschneidenden Eindämmungsmassnahmen werfen viele Fragen auf:
Selbst dort, wo das Durchführen kultureller Anlässe theoretisch noch erlaubt ist, stellt sich die Frage, ob das Publikum überhaupt noch kommt. Denn die Behörden weisen gleichzeitig darauf hin, dass alle sozialen Kontakte auf ein Minimum zu beschränken sind. Zudem stellt sich die Frage, ob sich ein Anlass mit eingeschränkten Publikumszahlen überhaupt noch lohnt.
Die aktuelle Situation erinnert an den Frühling, mit dem Unterschied, dass dieser Ausnahmezustand nun schon rund acht Monate andauert. Die Reserven sind erschöpft, sowohl finanziell, als auch mental. Es braucht nun klare Informationen und eine Perspektive mit Exit-Strategie für kulturelle Veranstaltungen, aber auch für den Bereich der kulturellen Bildung und für Vereinsaktivitäten im Laienbereich wie beispielsweise Chorproben, die von heute auf morgen verboten wurden.
Rasche Hilfe und Einbezug der Kulturverbände.
Die versprochenen Unterstützungsmassnahmen müssen rasch umgesetzt und gleichzeitig die damit verbundenen Fragen unter Einbezug der Kulturverbände geklärt werden. Die Erwerbsmodelle im Kultursektor sind komplex und es braucht das Knowhow der Kulturverbände, damit die Massnahmen zielführend umgesetzt werden können. Das betrifft insbesondere kulturspezifische Massnahmen wie die Ausfallentschädigungen oder die Beiträge an Transformationsprojekte, aber auch gesamtwirtschaftliche Massnahmen wie die Kurzarbeit, den Erwerbsersatz für Selbstständige und arbeitgeberähnliche Personen. Ebenso die Härtefallregelung für Unternehmen aus der Wertschöpfungskette der Veranstaltungsbranche.
Die Entscheide für die Ausfallentschädigungen für die Zeit von Mitte März bis Mitte September (Notverordnung des Bundes) sind durch die Kantone jetzt abschliessend zu fällen und die gesprochenen Mittel rasch auszuzahlen. Die neue Covid-19-Kulturverordnung vom 14. Oktober 2020 muss schweizweit in allen Kantonen einheitlich umgesetzt werden. Wie lange die Liquidität der Kulturunternehmen noch gesichert ist, ist individuell unterschiedlich und hängt von der Umsetzung der Unterstützungsmassnahmen ab.
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Das Covid-Gesetz ist im Parlament heute angenommen worden. Nun kennen wir die Eckpunkte für die Hilfe in den kommenden Monaten. Hier die wichtigsten Elemente:
- Die Nothilfe bei Suisseculture Sociale wird es bis Ende 2021 weiter geben und sie ist noch treffender ausgestaltet. Ob das gesprochene Budget ausreicht, wird sich zeigen müssen. Es wird wohl einen grösseren Kreis von Gesuchstellenden geben, da die wirtschaftlichen Massnahmen nun eine grössere Hürde erhalten haben. (Siehe Erwerbsersatz.)
- Ausfallentschädigungen (über die Kantone) gibt es in Zukunft nur noch für Kulturunternehmen. Wir werden aber darum kämpfen in der Verordnung zu sichern, dass die Veranstalter*innen jeweils auch die Entschädigung der Auftretenden übernehmen aus der Ausfallentschädigung.
- Der Erbwerbsersatz wird weitergeführt, allerdings nur bis Ende Juni 2021, und er hat eine zusätzliche Hürde erhalten: Berechtigt ist nur noch, wer im Vergleich zum Durchschnitt der Jahre 2015 - 2019 eine Umsatzeinbusse von mindestens 55% erleidet. Falls jemand noch nicht solange selbständig ist, wird das berechnet, was bereits vorliegt. Hier sind noch viele Details zu klären. So etwa, wie genau eine "Umsatzeinbusse" definiert sein wird. Wir halten euch auf dem Laufenden.
- Für Kulturunternehmen gibt es zudem sogenannte Transformationsbeiträge, mit denen sie ihre Strukturen und Veranstaltungskonzepte der neuen Situation anpassen können. Da ist ebenfalls noch vieles zu klären. Weiter können sie über eine Härtefallklausel Kredite oder Á Fonds Perdu-Beträge erhalten.
Die Verordnungen zu all diesen Bestimmungen werden nun verfasst, und wir werden mit der Taskforce Culture darauf hinarbeiten, dass die Verordnungen möglichst kulturfreundlich ausgestaltet werden.
Hier findet ihr die Medienmitteilung, welche die Taskforce heute verschickt hat.
Und hier weiterführende Erläuterungen dazu.
Update zum Covid-Gesetz:
Nachdem im Nationalrat zumindest einige unsere Forderungen durchgekommen sind, hat der Ständerat drei wichtige davon wieder abgeschossen:
- Erwerbsersatz auch für Personen mit massgeblich eingeschränkter Erwerbstätigkeit, nicht nur bei komplettem Unterbruch.
- Erwerbsersatz auch für Personen in Arbeitgeber-Stellung (wichtig bei Kleinunternehmen)
- 100 Mio statt 80 Mio für Ausfallentschädigung.
Nun wird es heute Montag wieder im Nationalrat besprochen, danach geht es zurück an den Ständerat. Sollte dann immer noch keine Überseinstimmung gefunden sein, gibt es eine Einigungskonferenz, die auf jeden Fall vor Ende der laufenden Session stattfinden wird.
Bei all diesen Schritten arbeiten wir mit der Taskforce Culture darauf hin, dass sich die Version aus dem Nationalrat durchsetzt – oder wenn schon sinnvoll angepasst wird. Wir halten euch auf unserer Website auf dem Laufenden!
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Am 8. und 9. September wird im Schweizer Parlament über das Covid-19-Gesetz verhandelt. Die Kultur ist im Entwurf enthalten, doch gibt es Punkte im Gesetz, die unbedingt angepasst werden müssen. Die Taskforce Kultur, von der auch SONART ein Teil ist, fordert:
Die wichtigsten Anliegen der Schweizer Kulturbranche zum Covid-19-Gesetz
vom 7. September 2020
Wir haben unsere Mitglieder (und alle Kulturschaffenden aus allen Sparten) gebeten, uns in einer Umfrage die Prognosen für ihre Einnahmen in der kommenden Zeit anzugeben, im Vergleich zu den Einnahmen in einem durchschnittlichen Jahr. Ziel der Umfrage war primär, gegenüber der Politik zu zeigen, dass die Kultur noch fern von einem Normalbetrieb ist. Die Ergebnisse sind niederschmetternd: Die Kulturschaffenden werden in kommenden zwei Semestern nur zwischen 10 und 35% ihrer üblichen Einnahmen erzielen. Und auch das hängt davon ab, wie die Pandemie weiterverläuft, ob es zu weiteren Veranstaltungsverboten kommt und ob das Publikum sich wieder in die Sääle traut.
Zusammen mit der Taskforce Culture haben wir Anträge und Forderungen erarbeitet, welche wir nun ins Parlament einbringen.
Hier die Medienmitteilung dazu.
Dies sind unsere wichtigsten Punkte:
Qui vi offriamo una breve panoramica delle novità del coronavirus in relazione alla scena culturale e musicale. Noi aggiorniamo costantemente le nostre informazioni - non appena riceviamo informazioni, queste vengono pubblicate qui.
IMPORTANTE: Avete perso lo stipendio a causa della cancellazione degli ingaggi a causa del Coronavirus? Compilare il modulo di inserimento dati. Potete trovare tutte le informazioni qui.
L'amministrazione federale si sforza di creare al più presto una base giuridica per il sostegno degli operatori culturali che sono seriamente colpiti dalla situazione. Al momento non possiamo fornire ulteriori informazioni in merito. Seguirà al più presto una comunicazione alla comunità culturale su misure concrete.
Il Consiglio federale decide le misure di sostegno per il settore culturale. Il 12 marzo 2020 l'Ufficio federale della cultura (UFC) e la Fondazione svizzera per la cultura Pro Helvetia hanno ricevuto una selezione di associazioni culturali per un'audizione. Il testo completo dell'annuncio si trova qui.
Il settore della cultura e degli eventi accoglie con favore lo scambio costruttivo con le autorità federali, ma ora si aspetta anche un'azione rapida ed efficace in risposta al covid-19. Qui trovate il comunicato stampa completo e tutte le informazioni.
Die Corona-Hilfe muss weitergehen! Wir brauchen dringend eure Angaben!
Viele von uns wissen nicht, wie es ab dem Herbst weitergehen soll: Finden die angesagten Veranstaltungen statt? Kommen neue dazu? Wann wird man wieder Geld verdienen können?
Momentan läuft die Vernehmlassung für die Überführung des Corona-Notrechts in dringliches Bundesrecht. Darin wird gefordert, dass der Bundesrat die Corona-Hilfe weiterführen kann, alle Massnahmen vom Erwerbsersatz bis zur Nothilfe. Für den Kultursektor ist dieses Gesetz extrem wichtig. Da viele Branchen ausserhalb des Veranstaltungssektors jetzt nicht mehr so massiv betroffen sind, können wir nicht davon ausgehen, dass auch dem Bundesrat und dem Parlament klar ist, dass in der Kulturbranche noch lange kein Normalbetrieb herrschen wird. Wir wollen also möglichst vielsagende Zahlen liefern in dieser Vernehmlassung und im politischen Prozess.
Ihr könnt uns helfen, indem ihr möglichst bald diese Umfrage (idealerweise bis am 19.7., aber gern auch danach noch) ausfüllt. Die Umfrage ist zwar wieder auf der SONART-Website, ist aber für alle Kulturschaffenden (inkl. Techniker*innen, Agenturen usw.) offen.
Medienmitteilung des Schweizer Kultursektors vom 10. Juli 2020
zu seiner Vernehmlassungsantwort zum Entwurf des Covid-19-Gesetzes
In einem ausserordentlichen Effort hat die verbandsübergreifende Taskforce Culture eine Stellungnahme für den schweizerischen Kultursektor erarbeitet und der Bundeskanzlei eingereicht. 84 Kulturverbände und Stiftungen haben unterzeichnet. Damit gelingt der stark gebeutelten Schweizer Kulturbranche in der kurzen Vernehmlassungsfrist von 3 Wochen ein einstimmiges, starkes Zeichen.
Stellungnahme des Kultursektors: www.taskforceculture.ch/aktivitäten
Die wichtigsten Statements:
Die Veranstaltungsbranche war der erste Wirtschaftszweig, der von der COVID-19-Krise getroffen wurde und er wird auch mit sehr hoher Wahrscheinlichkeit am längsten und tiefgreifendsten von den Auswirkungen betroffen sein. Seit dem 16. März 2020 ist einem kompletten Wirtschaftszweig faktisch die Arbeitsgrundlage entzogen. Konzerte, Festivals oder Theateraufführungen, Business Events usw. – ein Zusammenkommen von Menschen war komplett verunmöglicht.
Die betroffenen Unternehmen aus der Veranstaltungsbranche sowie Veranstaltungs-Locations in der ganzen Schweiz strahlen im Rahmen der «Night of Light» am Abend des 22. Juni 2020 von 22.00 Uhr bis 24.00 Uhr solidarisch ihre Gebäude oder stellvertretend ein Bauwerk in ihrer Region oder Stadt mit rotem Licht an, um auf die schwierige Situation in der Veranstaltungsbranche aufmerksam zu machen.
Wollt ihr auch mitmachen, damit so viele Menschen wie möglich erreicht werden? Dann postet oder teilt Fotos von beleuchteten Objekten mit dem Hashtag #nightoflight_ch!
Alle weiteren Informationen gibt's hier.
Aufgrund vieler Anfragen werden wir am 10. Juni 2020 von 19–20 Uhr ein Zoom-Webinar durchführen, dieses Mal spezifisch zum Nothilfe-Gesuch bei Suisseculture Sociale.
Gemäss verschiedenen Rückmeldungen von Mitgliedern gibt es immer wieder Unsicherheiten und Verständnisschwierigkeiten, gerade im Antragsprozess. An diesem Webinar werden wir mit euch durch den gesamten Antragsprozess durchgehen, um dabei alle möglichen Unklarheiten zu klären und Fragen zu beantworten.
Die Teilnehmer*innenzahl ist begrenzt – first come, first served – anmelden könnt ihr euch per Mail.
Das Angebot ist ausschliesslich für SONART-Mitglieder.
Mit dem Entscheid des Bundesrates vom 13. Mai, die COVID-Verordnung Kultur um 4 Monate zu verlängern, wurde auch der Auftrag an Suisseculture Sociale verlängert, die Nothilfe für Kulturschaffende auszurichten. Dabei werden die sechs Monate der Gültigkeit der Verordnung nun in drei Bezugsperioden à je zwei Monaten aufgeteilt:
Wer ein Gesuch bis zur ursprünglichen Eingabefrist vom 20. Mai eingereicht hat, kann um eine Verlängerung von vorläufig zwei Monaten ersuchen – diese erfolgt aufgrund des bereits eingereichten Gesuches. Die Gesuchstellenden müssen also kein neues Gesuch einreichen, sondern werden von Suisseculture Sociale kontaktiert mit der Nachfrage, ob sich etwas an der finanziellen Situation geändert hat. Die Verlängerung berechnet sich aufgrund der voraussichtlichen Situation in den Monaten Juni und Juli. Eine weitere Verlängerung für die Monate August und September kann in einem dritten Schritt erfolgen.
Gesuche, die zwischen dem 21. Mai und dem 20. Juli eingereicht werden, werden in einem ersten Schritt für die Periode Juni und Juli errechnet und können einmal für die Periode August und September verlängert werden.
Gesuche, die zwischen dem 21. Juli und dem 20. September eingehen, werden für die Periode August und September errechnet und können nicht verlängert werden.
Achtung: Suisseculture Sociale weist die Kulturschaffenden erneut darauf hin, nicht zu lange mit dem Einreichen eines Gesuches zu warten, wenn Sie in eine prekäre Lage geraten. Die Bearbeitungsdauer liegt aufgrund der grossen Anzahl Gesuche bei mehreren Wochen und kann nicht im Einzelfall beschleunigt werden.
Alle Infos zur Nothilfe findet ihr hier.
Dieser dringliche Appell wurde gestern von der Taskforce "Corona Massnahmen Kultur" (in der SONART eine aktive Rolle spielt) verschickt an alle Mitglieder des Schweizer Parlamentes – und heute auch die Medien.
Appell zur Sommersession: Die Kulturbranche braucht jetzt die Unterstützung des Parlaments!
Zum Beginn der Sommersession wendet sich die Kulturbranche der Schweiz an das Parlament. Wir brauchen weiterhin die Unterstützung des Bundes und der Kantone. Deshalb zählen wir auf Sie, und darauf dass der speziellen Situation der Kulturschaffenden und Kulturunternehmen in dieser vorsichtigen Öffnungsphase Rechnung getragen wird, mit Werkzeugen, die die Bedürfnisse unserer Bereiche auch tatsächlich erfassen! Ohne den Teufel an die Wand zu malen, stellen wir fest: «Ohne Unterstützung stirbt die kulturelle Vielfalt in der Schweiz». Häufig ist man sich nicht bewusst, dass die Kreativbranche, zu der auch der Kulturbereich gehört, mind. 22 Mrd. CHF Bruttowertschöpfung erzielt. Gemäss Kulturstatistik des Bundes waren in der Kultur- und Kreativwirtschaft im Jahr 2013
Neben der volkswirtschaftlichen Bedeutung kommt der Schweizer Kultur- und Kreativwirtschaft aber auch ein enormer gesamtgesellschaftlicher Stellenwert zu.
Wir fordern keine Sonderbehandlung! Aber wir brauchen Massnahmen, welche die besondere Situation der Kultur berücksichtigen. Der Kulturbranche, den mit ihr verbundenen Unternehmen sowie Künstler*innen wurde Ende Februar durch das Veranstaltungsverbot als Erste die Existenzgrundlage entzogen. Die Medienkonferenz des Bundesrates vom 20. Mai 2020 hat bestätigt, dass sie auch die letzte Branche ist, die den Weg zurück in die Normalität finden wird. Die wirtschaftlichen Auswirkungen im Kulturbereich werden erst nach und nach sichtbar. Die nahe Zukunft bleibt für das ganze «Ökosystem Veranstaltung» eine riesige Herausforderung, von den mittel- und langfristigen Folgen ganz zu schweigen. Die Kulturschaffenden werden die Auswirkungen auf lange Zeit spüren und deren soziale Not ist daher unbedingt zu verhindern.
Die notwendigen Massnahmen auf einen Blick:
All diese Anliegen haben wir seit Beginn der Corona-Krise wiederholt bei den verantwortlichen Behörden deponiert. Durchgedrungen sind wir damit nur sehr beschränkt. Deshalb hoffen wir nun auf Verständnis und Unterstützung aus dem Parlament.
Wir bitten Sie bei folgendem Geschäft im Sinne der Kulturbranche zu stimmen:
A290 0109 Covid-Ausfallentschädigung für Kulturunternehmen und Kulturschaffende
Wir empfehlen Ihnen die Zustimmung zu diesen Motionen:
- 20.3466 Motion Kurzarbeitsentschädigung weiterführen
https://www.parlament.ch/de/ratsbetrieb/suche-curia-vista/geschaeft?AffairId=20203466
- 20.3467 Motion Erwerbsersatz für direkt und indirekt betroffene Selbstständigerwerbende weiterführen
https://www.parlament.ch/de/ratsbetrieb/suche-curia-vista/geschaeft?AffairId=20203467
- 20.3170 Motion Gezielte Unternehmenssanierungen statt Konkurswelle
https://www.parlament.ch/de/ratsbetrieb/suche-curia-vista/geschaeft?AffairId=20203170
Weshalb dieser dringliche Appell zum Beginn der Sommersession?
«Wir lassen euch nicht im Stich», hat der Bundesrat zu uns gesagt, als im März die gesamte Veranstaltungsbranche geschlossen wurde. Damit standen tausende Kulturschaffende und Kulturunternehmen von einem Tag auf den anderen ohne Einkommen und Arbeit da. In den vergangenen Monaten ist der Bund mit seinen Massnahmen bis auf wenige Ausnahmen grundsätzlich zu dieser Aussage gestanden. Doch die vielen ungeklärten Details führen dazu, dass viele Akteure doch durch die Maschen fallen. Leider zeigte sich bald, dass die Verwaltungsbehörden in den Bereichen Wirtschaft und Kultur nicht bereit waren, die Kultur- und Veranstalterverbände wirklich in die Planung ihrer Massnahmen und deren Umsetzung einzubeziehen. Die notfallmässig gebildete Taskforce «Corona Massnahmen Kultur» ist der Ansprechpartner, welcher die betroffenen Kreise vereint. Nicht nur wurden wir wiederholt vor vollendete Tatsachen gestellt, auch unsere wiederholten Nachfragen wurden oft nicht oder mit grosser Verzögerung beantwortet.
Das Resultat dieser mangelnden Kommunikation sind verunsicherte Kulturschaffende und -veranstalter, die einerseits dem Willen zu Hilfe vertrauen wollten, andererseits in der Praxis feststellen müssen, dass sie im System der Corona-Hilfe nicht vorkommen. Wir brauchen Lösungen, wenn es dem Bund ernst ist mit der Ansage, die kulturelle Vielfalt in der Schweiz erhalten zu wollen. Ein paar Beispiele:
Mit der vorsichtigen Öffnung beginnt nun eine neue Phase, und sie beginnt für uns wenig ermutigend: Auch hier wurde die Chance vergeben, die Branchenspezialist*innen und ihr Know-How rechtzeitig einzubeziehen und gemeinsam realistische Öffnungsrichtlinien zu erarbeiten. Richtlinien, welche die kulturelle Vielfalt berücksichtigen und die Branche aus ihrer Dauerverunsicherung geholt hätten, die seit dem Lockdown besteht.
Deshalb wiederholen wir den Appell: Unterstützen Sie die Kulturbranche. Sie leisten damit einen wichtigen Beitrag, damit die kulturelle Vielfalt in der Schweiz nicht zerstört wird. Helfen Sie uns, dafür zu sorgen, dass der Einbezug der Branche und ihrer Spezialist*innen deutlich verbessert wird. Wir brauchen dringend eine regelmässige Kommunikation mit den zuständigen Bundesämtern BAK, SECO und BSV auf Augenhöhe. Das ist keine Sonderbehandlung, sondern eine Gleichbehandlung, wie sie bei anderen Branchen, z.B. Tourismus oder Landwirtschaft, schon lange üblich ist.
Herzlichen Dank für Ihre geschätzte Unterstützung. Für Auskünfte zu diesen Themen und Fragen stehen wir gerne zur Verfügung.
Für die Taskforce «Corona Massnahmen Kultur»
Rosmarie Quadranti, Präsidentin Cultura und Schweizer Musikrat
Alex Meszmer, Geschäftsleiter Suisseculture
Sandra Künzi, Präsidentin t. -Theaterschaffende Schweiz
Christoph Trummer, Politische Leitung SONART- Musikschaffende Schweiz
Stefan Breitenmoser, Geschäftsführer Swiss Music Promoters Association SMPA
Für Rückfragen:
Sandra Künzi, Präsidentin t. -Theaterschaffende Schweiz, sandra.kuenzi@tpunkt.ch
Christoph Trummer, Politische Leitung SONART- Musikschaffende Schweiz, christoph.trummer@sonart.swiss
Im Namen folgender Verbände, ihrer Mitgliedsorganisationen und Mitglieder
Suisseculture - Dachverband der Kulturverbände
Suisseculture Sociale
SMR - Schweizer Musikrat
Cultura - Interessenverbände Schweizer Kulturinstitutionen
Petzi - Dachverband der Musikclubs und Festivals
SBCK- Schweizer Bar und Clubkommission
SMPA - Swiss Music Promoters Association (Professionelle Schweizer Konzert-, Show- und Festivalveranstalter)
Action Intermittence
MMFSuisse - MusicManagersForum Schweiz
orchester.ch - Verband Schweizerischer Berufsorchester
Am 06. April 2020 hat das Bundesamt für Kultur informiert, dass die Richtlinien zur Umsetzung, die in enger Zusammenarbeit mit den Kantonen erarbeitet wurden, bereit stehen und die Gesuche zu den ergänzenden Massnahmen für den Kultursektor eingereicht werden können.
Kulturschaffende und Kulturunternehmen, denen aus der Absage oder der Verschiebung von Veranstaltungen oder Projekten bzw. aus Betriebsschliessungen ein wirtschaftlicher Schaden entstanden ist, können bis spätestens 20. Mai 2020 bei Ihrem Wohnkanton eine Entschädigung beantragen. In vielen Kantonen wurde die Eingabefrist nun auf den 20. September 2020 verlängert. Die Ausfallentschädigung deckt höchstens 80 Prozent des finanziellen Schadens.
Kulturschaffende müssen ihren Antrag auf Ausfallentschädigung an den jeweiligen Wohnkanton richten. Kulturunternehmen müssen ihren Antrag auf Soforthilfe oder Ausfallentschädigung an den Kanton, in dem sie ihren Sitz haben, richten.
Aufgrund der vielen Anfragen, die wir deswegen erhalten, haben wir hier die Links zu den Gesuchsformularen bzw. dem aktuellen Stand der jeweiligen Anlaufstelle zusammengetragen. Die entsprechenden Infos werden laufend aktualisiert.
Aargau (AG)
Departement Bildung, Kultur und Sport
https://www.ag.ch/de/themen_1/coronavirus_2/informationen_fuer_kultur_und_sportbereich/informationen_fuer_kultur_und_sportbereich.jsp
Die Eingabefrist für Ausfallentschädigungs-Gesuche wurde verlängert: bis am 20. September 2020 können Gesuche eingereicht werden.
Appenzell Innerrhoden (AI)
Kulturamt
https://www.ai.ch/themen/kultur-und-geschichte/kulturfoerderung/aktuelles/umsetzung-covid-verordnung-kultur-soforthilfe-und-ausfallentschaedigungen-fuer-kulturschaffende-und-kulturunternehmen
Gesuche sind, wenn möglich, bis am 30. April, spätestens aber bis am 20. Mai 2020 einzureichen beim Kulturamt, ottilia.doerig@ed.ai.ch.
Appenzell Ausserrhoden (AR)
Amt für Kultur
https://www.ar.ch/verwaltung/departement-bildung-und-kultur/amt-fuer-kultur/covid-verordnung-kultur/
Gesuche für Ausfallentschädigungen sind bis spätestens 20. September 2020 einzureichen.
Bern (BE)
Amt für Kultur
https://www.erz.be.ch/erz/de/index/kultur/kulturfoerderung/aktuell/corona-pandemie.html
Gesuche sind spätestens bis am 20. September 2020 bei der zuständigen Stelle des Kantons am Wohnsitz des Kulturschaffenden einzureichen, für Kulturschaffende mit Wohnsitz im Kanton Bern bei der Kulturförderung des Kantons Bern. Bitte benutzen Sie das elektronische Gesuchsportal. Die Gesuchseingabe ist ab 6.4.2020 am Abend möglich.
Basel-Landschaft (BL)
Bildungs-, Kultur- und Sportdirektion
https://www.baselland.ch/politik-und-behorden/direktionen/bildungs-kultur-und-sportdirektion/kultur/kulturelles-bl/coronavirus
Der Bundesrat hat am 13. Mai 2020 entschieden, die Unterstützung des Kultursektors um vier Monate bis zum 20. September 2020 zu verlängern. Aufgrund der Verlängerung der Verordnung gelten im Kanton Basel-Landschaft neu folgende Eingabefristen:
Basel-Stadt (BS)
Präsidialdepartement des Kantons Basel-Stadt, Abteilung Kultur
https://www.coronavirus.bs.ch/kultur.html
Die Abteilung Kultur nimmt ab sofort Gesuche für Ausfallentschädigungen von Kulturschaffenden mit Wohnsitz im Kanton Basel-Stadt entgegen. Alle Gesuche sind bis spätestens am 20. September 2020 einzureichen.
Freiburg (FR)
Amt für Kultur
https://www.fr.ch/de/ka/kultur-und-tourismus/kulturelles-leben-und-tourismus/covid-19-massnahmen-zur-unterstuetzung-des-kulturbereichs
Die von der Gesundheitskrise betroffenen Kulturunternehmen und Kulturschaffenden sind gebeten bis zum 20. September 2020 ihre Gesuche um Ausfallentschädigungen über das Internetportal des Amts für Kultur einzureichen.
Genève (GE)
Office cantonal de la culture et du sport
https://www.ge.ch/covid-19-mesures-soutien-au-domaine-culturel
Les demandes d’indemnisation des pertes financières (entreprises à but lucratif ou non lucratif ; acteurs culturels) peuvent être déposées jusqu'au 20 septembre 2020 au plus tard.
Glarus (GL)
Bildung und Kultur
https://www.gl.ch/verwaltung/bildung-und-kultur/kultur/kulturfoerderung.html/629/l/de
Kulturschaffende, die im Kanton Glarus Wohnsitz haben, können bei der Fachstelle Kulturförderung eine Ausfallentschädigung beantragen. Kulturunternehmen bzw. Kulturinstitutionen, die ihren statutarischen Sitz im Kanton Glarus haben, können bei der Kulturförderung eine Ausfallentschädigung beantragen oder auch Soforthilfe, das heisst einen Antrag für rückzahlbare zinslose Darlehen.
Gesuche sind bis spätestens am 20. September 2020 bei der zuständigen Stelle des Kantons am Wohnsitz des Kulturschaffenden einzureichen, für Kulturschaffende mit Wohnsitz im Kanton Glarus bei der Fachstelle Kulturförderung des Kantons Glarus.
Graubünden (GR)
Amt für Kultur/Uffizi da cultura/Ufficio della cultura
https://www.gr.ch/DE/institutionen/verwaltung/ekud/afk/kfg/kulturfoerderung/covid-19/Seiten/default.aspx
Diese Gesuche sind bis spätestens am 20. September 2020 per E-Mail (corona@afk.gr.ch) oder per Post (Kulturförderung Graubünden, Loëstrasse 26, 7000 Chur) einzureichen.
Jura (JU)
Office de la Culture
https://www.jura.ch/culturecovid
L’indemnisation couvre les pertes financières subies entre le 28 février 2020 et le 20 septembre 2020. Des indemnisations peuvent également être demandées pour des événements qui ont été annulés entre le 28 février 2020 et le 20 septembre 2020. Les dommages résultant de l'annulation volontaire d'événements pour des raisons sanitaires depuis le 28 février 2020 sont également pris en compte.
Les demandes doivent être déposées jusqu'au 20 septembre 2020 auprès de l'autorité compétente du canton selon le lieu de résidence de l’acteur culturel ; pour les acteurs culturels domiciliés dans la République et Canton du Jura les demandes doivent être déposées auprès de l’Office de la culture, au moyen du formulaire ci-contre.
Luzern (LU)
Bildungs- und Kulturdepartement
https://kulturfoerderung.lu.ch/
Gesuche für Ausfallentschädigungen für Kulturunternehmen und Kulturschaffende können bis 20. September 2020 eingereicht werden.
Die Ausfallentschädigung deckt Schäden, die zwischen dem 28. Februar 2020 und dem 20. September 2020 entstanden sind. Es können auch Schäden für Veranstaltungen geltend gemacht werden, die zwischen dem 28. Februar 2020 und dem 20. September 2020 abgesagt wurden, aber vor dem 31. Oktober 2020 hätten stattfinden sollen. Ebenfalls anrechenbar sind Schäden aus der freiwilligen Absage von Veranstaltungen aus sanitarischen Gründen im Zeitraum zwischen dem 28. Februar 2020 und dem 17. März 2020.
Neuenburg (NE)
Service de la culture
https://www.ne.ch/autorites/DJSC/SCNE/Pages/CoVid-19.aspx
Le délai de dépôt des dossiers était initialement prévu au 20 mai 2020. Cependant, le Conseil fédéral a décidé de prolonger la durée de validité de l'ordonnance COVID culture. Les dossiers peuvent donc être déposés jusqu'au 20 septembre. Toutefois, les modalités de mise en œuvre n’ont pas encore été précisées par la Confédération.
Nidwalden (NW)
Amt für Kultur
https://www.nw.ch/kulturfoerd/1110
Voraussetzung für eine Entschädigung ist, dass der Schaden zwischen dem 28. Februar 2020 und dem 20. Mai 2020 entstanden ist. Es können auch Schäden für Veranstaltungen geltend gemacht werden, die zwischen dem 28. Februar 2020 und dem 20. Mai 2020 abgesagt wurden, aber vor dem 31. August 2020 hätten stattfinden sollen.
Der Antrag auf Ausfallentschädigung ist bis spätestens 20. Mai 2020 beim Amt für Kultur einzureichen.
Obwalden (OW)
Amt für Kultur und Sport Obwalden
https://www.ow.ch/de/aktuelles/aktuellesinformationen/amtsmitteilungen/?action=showinfo&info_id=64708
Der Antrag auf Ausfallentschädigung ist bis spätestens 20. Mai 2020 beim Amt für Kultur und Sport einzureichen.
St. Gallen (SG)
Amt für Kultur
https://www.sg.ch/kultur/kulturfoerderung/coronavirus.html
Gesuche sind bis spätestens am 20. September 2020 bei der zuständigen Stelle des Kantons am Wohnsitz des Kulturschaffenden einzureichen, für Kulturschaffende mit Wohnsitz im Kanton St. Gallen beim Amt für Kultur des Kantons St. Gallen.
Schaffhausen (SH)
Erziehungsdepartement
https://kulturraum.sh/covidinfo
Die Gesuche können unter Anfügung der notwendigen Beilagen eingereicht werden, elektronisch an: kulturhilfe@sh.ch oder per Post an: Fachstelle für Kulturfragen, Herrenacker 3, 8200 Schaffhausen. Die Eingabefrist um Ausfallentschädigungen im Kultursektor wurde bis zum 20. September 2020 verlängert!
Solothurn (SO)
Amt für Kultur und Sport
https://corona.so.ch/bildung-kultur/kultur-und-sport/
Beim Kanton Solothurn können Kulturschaffende und Kulturunternehmen Gesuche für Ausfallentschädigungen einreichen.
Eingabefrist NEU: spätestens bis 20. September 2020 für Schäden bis 31. Oktober 2020.
Schwyz (SZ)
Amt für Kultur
https://www.sz.ch/staatskanzlei-departemente/bildungsdepartement/amt-fuer-kultur/kulturfoerderung/kulturkommission.html/72-416-387-380-2480-2568-2557
Gesuche sind bis spätestens 20. September 2020 (Poststempel) bei der zuständigen Stelle des Kantons am Sitz des Kulturunternehmens einzureichen, für Kulturunternehmen mit Sitz im Kanton Schwyz bei der Kulturförderung des Kantons Schwyz. Bitte benützen Sie das entsprechende Gesuchformular.
Thurgau (TG)
Kulturamt
https://kulturamt.tg.ch/foerderung/informationen-coronavirus/ausfallentschaedigungen.html/10758
Im Merkblatt sowie im Ablaufschema finden Sie alle wichtigen Informationen zu den Ausfallentschädigungen für Kulturschaffende. Füllen Sie das Gesuchsformular sowie das Beiblatt aus und schicken Sie das unterschriebene und gescannte Gesuchsformular, das Beiblatt sowie die geforderten Dokumenten per E-Mail an kulturamt@tg.ch. Gesuche um Ausfallentschädigung können bis zum 20. September 2020 eingereicht werden.
Tessin (TI)
Divisione della cultura e degli studi universitari
https://www4.ti.ch/index.php?id=119960
Le imprese e gli operatori culturali colpiti dalla crisi sanitaria COVID-19 sono invitati a inoltrare entro il 20 settembre 2020 le loro richieste d'indennità per perdita di guadagno tramite i formulari appositi.
Uri (UR)
Amt für Kultur und Sport
https://www.ur.ch/themen/2944
Gesuche sind bis spätestens am 20. September 2020 bei der zuständigen Stelle des Kantons am Wohnsitz des/der Kulturschaffenden. Bitte füllen Sie dafür das entsprechende Gesuchsformular aus. Anschliessend sind alle notwendigen Unterlagen elektronisch einzureichen. Gesuche werden ausschliesslich elektronisch entgegengenommen. Bei Fragen stehen wir Ihnen unter covid-kultur@ur.ch zur Verfügung.
Waadt (VD)
Service des affaires culturelles
https://www.vd.ch/themes/culture/aides-et-soutiens-a-des-projets-culturels/covid-19-informations-et-questionnaires-pour-demandes-daide-durgence-et-dindemnisation/
Les demandes sont à déposer au plus tard le 20 septembre 2020 et uniquement via notre plateforme informatique.
Wallis (VS)
Dienststelle für Kultur
https://www.vs.ch/de/web/culture/coronavirus-kultur
Gesuche sind bis spätestens am 20. September 2020 bei der zuständigen Stelle des Kantons am Wohnsitz des Kulturschaffenden einzureichen, für Kulturschaffende mit Wohnsitz im Kanton Wallis bei der Sektion Kulturförderung, Dienststelle für Kultur, Staat Wallis.
Zug (ZG)
Amt für Kultur
https://www.zg.ch/behoerden/direktion-fur-bildung-und-kultur/amt-fur-kultur/informationen-coronavirus
Gesuche sind laufend, spätestens jedoch bis am 20. September 2020 bei der zuständigen Stelle des Kantons am Wohnsitz des Kulturschaffenden einzureichen, für Kulturschaffende mit Wohnsitz im Kanton Zug beim Amt für Kultur des Kantons Zug.
Zürich (ZH)
Direktion der Justiz und des Innern, Fachstelle Kultur
https://kultur.zh.ch/internet/justiz_inneres/kultur/de/kulturpolitik/corona_2020.html?fbclid=IwAR3U1aMO2chzxCN916W3kjbag9tgv2UW3crUmPJk2p5uZMJyechs7nFofCk
Gesuche an die Fachstelle Kultur sind bis spätestens am 20. September 2020 einzureichen. Der finanzielle Schaden ist zwischen dem 28. Februar 2020 und dem 20. September 2020 entstanden. Es können auch Schäden für Veranstaltungen geltend gemacht werden, die zwischen dem 28. Februar 2020 und dem 20. September 2020 abgesagt oder verschoben wurden, aber vor dem 31. Oktober 2020 hätten stattfinden sollen.
Hast du Gagenausfälle durch abgesagte Konzerte wegen dem Coronavirus? Fülle das Formular aus und unterstütze die Schweizer Musikbranche! Je mehr dokumentierte Fälle wir aufweisen können, desto besser können wir aufzeigen, welche finanziellen Folgen die Entscheide von Bund und Kantonen für unsere Branche bedeuten.
www.sonart.swiss/corona
Unter diesem Link findest du auch alle Infos, wie du deine bereits erstellten Einträge bearbeiten kannst. Wir möchten noch einmal darauf hinweisen, dass das Ausfüllen des Formulares nicht zum Bezug von Nothilfe- oder Kompensationszahlen berechtigt. Die Daten sind jedoch trotzdem enorm wichtig, denn so können wir aufzeigen, dass weiterhin Hilfe nötig ist.
Bitte teile das Formular mit möglichst allen befreundeten Musiker*innen – egal, ob SONART-Mitglied oder nicht. Herzlichen Dank!
Selbstverständlich werden alle Angaben vertraulich behandelt.
Le misure stabilite dal Consiglio federale nell'Ordinanza COVID cultura si articolano in due pilastri principali, a cui si aggiungono le misure macroeconomiche che verranno attuate attraverso la compensazione della perdita di guadagno.
Per tutte le misure, gli importi pagati da una parte verranno conseguentemente detratti dall’altra. Suisseculture sta lavorando per chiarire i dettagli pratici delle procedure di richiesta e di attribuzione.
Importante: per tutte le misure di responsabilità dei Cantoni (assistenza immediata alle imprese e compensazione della perdita di guadagno), la messa in atto effettiva dipenderà dai singoli Cantoni. Qualora veniste a conoscenza di Cantoni che NON offrono queste misure, vi preghiamo di contattare Suisseculture.
1. Aiuti d'emergenza
Ai sensi degli art. 4-7 dell’Ordinanza, gli aiuti di emergenza saranno destinati a operatori e imprese culturali senza fini di lucro. Il loro obiettivo è di evitare che queste persone e organizzazioni terminino la liquidità per pagare bollette e salari. La base per gli aiuti d’emergenza non è la perdita di reddito in sé, ma un comprovato bisogno di liquidità.
Le richieste da parte di persone fisiche saranno trattate da Suisseculture Sociale (art.7 comma 1) – i moduli di domanda saranno disponibili alla pagina www.suisseculturesociale.ch a partire dall’inizio di settimana prossima. Gli importi pagati non dovranno essere rimborsati (art. 6 cpv. 1), ma saranno probabilmente tassati come reddito.
Le richieste da parte delle imprese culturali saranno trattate dai Cantoni (art. 5 cpv. 1) in forma di prestiti senza interessi (art. 4 cpv. 1) che dovranno essere rimborsati. I periodi di rimborso non ancora sono stati esplicitati - Suisseculture parte dal presupposto che i tempi di rimborso saranno dilazionati su diversi anni. Per avere informazioni sulla procedura di inoltro delle richieste, le imprese interessate dovranno consultare le pagine web del loro Cantone di domicilio (art. 5 cpv. 2) – al momento Suissculture non dispone ancora di una panoramica degli uffici competenti nei diversi Cantoni o di quali Cantoni dispongano già della documentazione di riferimento.
Le imprese a scopo di lucro che operano nel settore della cultura non hanno diritto a questi aiuti d’emergenza. La logica è che le imprese a scopo di lucro possono beneficiare di prestiti bancari a condizioni preferenziali e devono pertanto rivolgersi alla loro banca.
2. Compensazione delle perdite
Ai sensi dell’art. 8-9 dell’Ordinanza, il risarcimento dei danni economici è assegnato su richiesta a operatori culturali e imprese (comprese le imprese a scopo di lucro) che hanno subito perdite finanziarie in seguito a divieti federali o ad altre misure statali (ad es. ordine di quarantena). Questo vale tanto per gli eventi cancellati quanto per quelli rinviati (art. 8 cpv. 1). La base di questo risarcimento è il danno finanziario dimostrabile. Verrà risarcito al massimo l'80% della perdita finanziaria (art. 8 cpv. 2). Chi abbia già ricevuto contributi da altri aiuti d'emergenza (vedi sopra) dovrà dichiararli e questi verranno detratti dal risarcimento per l'annullamento (art.8 cpv. 3).
Le richieste di risarcimento per perdita di guadagno saranno trattate dai Cantoni (art. 9 cpv. 1) – La competenza è del Cantone in cui il richiedente ha il suo domicilio o la sua attività (art. 9 cpv. 2). Gli importi pagati non dovranno essere rimborsati, ma probabilmente saranno tassati come reddito. Le persone o le imprese interessate sono invitate a consultare i siti web del loro Cantone per informarsi sulle procedure di inoltro delle richieste - al momento Suissculture non dispone ancora di una panoramica degli uffici competenti nei diversi Cantoni o di quali Cantoni dispongano già della documentazione di riferimento.
3. Misure macroeconomiche per i lavoratori indipendenti
Secondo l'Ufficio federale delle assicurazioni sociali (UFAS), chiunque eserciti un'attività lucrativa indipendente può richiedere un indennizzo tramite l'EO. Un riassunto delle informazioni su questa tematica può essere consultato alla pagina:
https://www.bsv.admin.ch/bsv/it/home/assicurazioni-sociali/eo-msv/grundlagen-und-gesetze/eo-corona.html
Questi indennizzi non si riferiscono a specifici eventi che sono stati cancellati, ma a una perdita di guadagno derivante dalle misure di lotta contro il coronavirus adottate dal Consiglio federale. L'indennizzo ammonta all'80% del reddito lordo medio conseguito prima dell'inizio del diritto all'indennizzo, fino a un massimo di 196 franchi svizzeri al giorno. Gli importi pagati non dovranno essere rimborsati, ma saranno probabilmente tassati come reddito.
Le richieste di questi risarcimenti verranno elaborate attraverso i fondi di compensazione AVS competenti. Secondo il sito web dell'Ufficio federale delle assicurazioni sociali, i moduli di richiesta sono attualmente in fase di elaborazione e potranno essere scaricati nei prossimi giorni.
Ulteriori informazioni sugli aiuti d'emergenza
Die vielen Unklarheiten bei den Covid-19-Massnahmen sind für uns alle eine grosse Herausforderung. Diese Woche führen wir deshalb erstmals eine Austausch- und Fragerunde durch, die im Zoom-Format stattfinden wird. Gerne sammeln wir dann eure Fragen, Unklarheiten oder Rückmeldungen zu den Antragsprozessen um Ausfallentschädigungen, Nothilfe oder EO und versuchen, euch so gut wie möglich Antworten zu geben.
Das Zoom-Webinar findet an folgenden Tagen, jeweils von 18–19 Uhr, statt:
Montag, 4. Mai
Mittwoch, 6. Mai
Freitag, 8. Mai
Die Teilnehmer*innenzahl ist begrenzt – first come, first served – anmelden könnt ihr euch per Mail. Gebt in der Anmeldung bitte das gewünschte Datum an. Das Angebot ist ausschliesslich für SONART-Mitglieder.
Die Kulturbranche der Schweiz ist nach wie vor dankbar für die im März rasch beschlossenen Massnahmen zur Stärkung des existentiell betroffenen Kultursektors. Auch wenn es in der Umsetzung dieser Massnahmen noch einige offene Fragen gibt, herrscht Zuversicht, dass zumindest einem grossen Teil der Kulturschaffenden damit geholfen werden kann.
Nach der Soforthilfe braucht es nun einen langfristigen Plan zur Sicherung der kulturellen Vielfalt
Diese ersten Massnahmen laufen auf den 20.05.20 ab. Sie waren als kurzfristige Massnahmen zur Überbrückung eines Notfalls konzipiert. Nun zeigt sich, dass die Auswirkungen auf das Kulturschaffen und seine Strukturen noch viele Monate darüber hinaus riesig sein werden: Wann können wieder Publikumsveranstaltungen stattfinden? Wie können die Sicherheitsbestimmungen erfüllt werden? Es wird auf jeden Fall eine lange Anlaufzeit brauchen, bis wieder regulär gespielt werden kann. Verschobene Programme wirken sich auf den Bühnenbetrieb aus, bis weit ins 2021 hinein, in gewissen Kultursparten noch länger.
Es müssen also mittel- und langfristige Massnahmen getroffen werden, die es den Kulturschaffenden und ihren Strukturen ermöglichen, nicht nur knapp zu überleben, sondern auch am Ende dieser Krisenzeit noch betriebsfähig zu sein. Das Ziel ist nach wie vor, die vielfältige Kulturlandschaft der Schweiz möglichst umfassend zu erhalten.
Daraus folgen die nachstehend aufgelisteten Empfehlungen und Erwartungen, die wir im breiten Verbund der «Taskforce Corona Massnahmen Kultur» am 1.5.2020 in einer Anhörung auch beim Bundesamt für Kultur deponiert haben.
Insbesondere sollen diese Instrumente verlängert und weiterentwickelt werden:
1. Nothilfe: Viele Kulturschaffende arbeiten von Kurz-Anstellung zu Kurz-Anstellung, sie sind also weder formell selbständigerwerbend noch angestellt. Die Nothilfe ist auch für Kulturschaffende zugänglich, die deshalb bei den Ausgleichskassen (siehe Punkt 4) durch die Maschen fallen. Auch für sie braucht es ein Auffangnetz. Es wäre nicht sinnvoll, die Betroffenen in die normale Sozialhilfe zu schicken, dort müssten sie z.B. ihre Instrumente verkaufen usw. Die Wiederaufnahme der vorherigen Berufstätigkeit am Ende der Krise wäre nahezu unmöglich, auch andere Arbeitsverhältnisse, Wohnungssuche usw. wären unnötigerweise massiv erschwert. Das verursacht langfristig massive Mehrkosten für die Allgemeinheit.
3. Erwerbsersatz: Dieses Instrument ist essenziell, besonders für die Zeit ab dem Sommer, wenn zunehmend nicht mehr konkrete Ausfälle vorweisbar sind Die jetzt angewendete Taggeldlösung muss aber dringend umgestaltet werden, damit sie tatsächlich hilft, den Betroffenen mehr als das persönliche Überleben zu sichern. Allenfalls sollte überprüft werden, ob die Ausgleichskassen mit ihren Kriterien die richtige Anlaufstelle sind für dieses Instrument. Folgende Anpassungen sind aus unserer Sicht nötig:
c) Dreijahresdurchschnitt als Ansatz - Momentan ist man im Vor- oder Nachteil, je nachdem, wie die letzte erfasste Periode gelaufen ist. Ein Dreijahresdurchschnitt ergibt ein faireres Bild der Einkommenssituation und bildet auch die langen Produktions-/Aufführungszyklen des Kulturschaffens besser ab: Auf lange Investitionsphasen folgen kurze Einnahmephasen.
d) Der formelle Status soll kein Hindernis sein – Erfasst werden sollten auch als Nebeneinkünfte versteuerte Einkommensanteile aus dem Kulturschaffen, bzw. aus von den Corona betroffenen beruflichen Tätigkeiten, selbst wenn kein formeller Status als Selbständigerwerbend vorliegt. Viele kulturelle Tätigkeiten finanzieren sich selbst, bringen aber nicht genug Zusatzeinkommen für eine formelle Selbständigkeit. Um die Vielfalt des Kulturschaffens zu erhalten, sollen auch diese Einkünfte im Erwerbsausfall Platz finden.
Wir haben in den vergangenen Wochen viel Unterstützung und Verständnis aus der Verwaltung und dem Bundesrat erfahren dürfen. Nun hoffen wir, dass wir weiterhin so konstruktiv mit den Behörden zusammenarbeiten können und damit gemeinsam eine aussichtsreiche Grundlage schaffen. Auf dass wir uns auch im Herbst 2021 noch an unserer vielfältigen Schweizer Kulturszene erfreuen können.
Bitte beachten Sie auch die Medienmitteilung der Taskforce Corona Massnahmen Kultur, die für den gesamten Kultursektor inklusive der Veranstalter, Agenturen und Institutionen spricht!
Für SONART:
Marianne Doran, Präsidentin SONART
Christoph Trummer, Leiter der politischen Projekte, SONART – Musikschaffende Schweiz
Il Consiglio federale svizzero ha designato Suisseculture Sociale come ufficio competente al quale rivolgersi per richiedere gli aiuti di emergenza. Se dunque in qualità di musicisti avete difficoltà a coprire le spese di mantenimento immediate a causa dei provvedimenti statali volti a combattere il coronavirus, potete presentare una richiesta di aiuti a Suisseculture Sociale.
Importante: Se vi accorgete che senza un rapido aiuto finanziario non siete più in grado di provvedere, in tutto o in parte, alla vostra sussistenza, non esitate a presentare una richiesta di aiuto. Non aspettate di aver dato fondo ai vostri ultimi risparmi. Gli aiuti d'emergenza, infatti, contemplano una certa quota di esenzione fiscale. E attenzione: le richieste possono essere presentate solo entro il 20 maggio, quindi esaminate per tempo la vostra situazione per stabilire se vi trovate in stato di necessità.
Tutte le informazioni su come presentare una domanda sono disponibili sul sito web di Suisseculture Sociale. Se avete ulteriori domande, vi consigliamo di leggere attentamente le FAQ (download PDF).
Die Richtlinien zur Umsetzung stehen bereit und die Gesuche zu den ergänzenden Massnahmen für den Kultursektor können ab heute eingereicht werden. Die finanziellen Hilfen können bei den Kantonen bzw. dem Verein Suisseculture Sociale und den Laienkulturverbänden beantragt werden. Informationen dazu sowie die jeweiligen Anlaufstellen sind auf der Website des Bundesamts für Kultur (BAK) aufgeführt: www.bak.admin.ch/coronavirus
Die Verordnung ist auf zwei Monate befristet. Während der zwei Monate wird das BAK und die Schweizer Kulturstiftung Pro Helvetia gemeinsam mit den Kantonen und den Kulturorganisationen die Entwicklungen laufend beobachten. Der guten Zusammenarbeit der Schweizer Kulturstiftung Pro Helvetia, dem Bundesamt für Kultur sowie den Kulturverbänden und -organisationen ist die breite COVID-Unterstützung für Kulturschaffende zu verdanken.
Das Gesuchsportal Nothilfe gemäss der COVID-Verordnung Kultur des Bundesrats von Suisseculture Sociale ist online.
Kulturschaffende, die aufgrund der Massnahmen zur Bekämpfung des Coronavirus (COVID- 19) in eine wirtschaftliche Notlage geraten sind, in der sie ihre unmittelbaren Lebenskosten nicht mehr decken können, können über das Portal nothilfe.suisseculturesociale.ch ein Gesuch um Nothilfe nach Art. 6 und 7 der COVID-Verordnung Kultur stellen. Gesuche können ausschliesslich über das Online-Formular angenommen werden.
Voraussetzung für das Einreichen eines Gesuches um Nothilfe bei Suisseculture Sociale ist, dass bereits ein Gesuch um Erwerbsausfall (EO-Entschädigung) gemäss COVID-19- Verordnung Erwerbsausfall bei Ihrer kantonalen SVA gestellt wurde. Aus administrativen Gründen müssen auch Personen ein Gesuch bei der EO deponieren, die kaum Aussicht auf Bewilligung haben. Für die Nothilfe ist nur der Nachweis eines Gesuches nötig, die Nothilfe kann aber explizit auch gesprochen werden, wenn keine Bewilligung durch die EO erfolgt! Gemäss Leistungsvereinbarung mit dem Bundesamt für Kultur und Pro Helvetia darf Suisseculture Sociale nur bis zum 20. Mai 2020 Gesuche entgegennehmen.
Soforthilfen für Kulturunternehmen, Ausfallentschädigungen für gewinnorientierte und nicht- gewinnorientierte Kulturunternehmen und Kulturschaffende
Für die Soforthilfen für Kulturunternehmen und Ausfallentschädigungen sind die jeweiligen Kulturämter der Kantone zuständig. Die Formulare und Einreichungsmodalitäten können dort abgerufen und eingereicht werden. Wir bitten um Geduld, wenn noch nicht alle Kantone bereit sind! Finanzhilfen für den Laienbereich können bei den Laienkulturverbänden beantragt werden. Sollten beim Kontakt mit eurem Kanton Unklarheiten über den Ablauf oder die Bewilligungspraxis bestehen, bitten wir euch, uns dies so rasch wie möglich mit dem Betreff «Fragen an Kantone» mitzuteilen an info@sonart.swiss.
«Taskforce Corona Massnahmen Kultur» als breit abgestützte Koalition von Kulturverbänden
Schliesslich hat SONART zusammen mit Suisseculture und einer breiten Koalition von Kulturverbänden eine «Taskforce Corona Massnahmen Kultur» gegründet. Die Taskforce steht den Behörden als Beratungsgremium zur Verfügung und bündelt Hinweise der Verbände, wenn bei der Durchführung der Massnahmen Schwierigkeiten für Kulturschaffende und Kulturunternehmen entstehen.
Danke für eure Geduld bis hier. Wir bitten euch, die Dokumente und Links auf dieser Seite gut durchzulesen: www.bak.admin.ch/bak/de/home/themen/covid19/selbststaendige-kulturschaffende.html
Quelle: Suisseculture
La piattaforma Suisseculture Sociale per l'aiuto d'emergenza è ora online. L'introduzione alla pagina iniziale descrive in modo molto dettagliato come devono essere presentate le domande e chi ha diritto a beneficiarne.
Tutti gli operatori culturali residenti in Svizzera che sono occupati principalmente nel settore della cultura* e che non sono esplicitamente esclusi dal regolamento (vedi spiegazioni sull'art. 2 del Commento all’ordinanza Covid cultura) e che necessitano di assistenza di emergenza possono presentare una richiesta a Suisseculture Sociale.
Prima di presentare una domanda a Suisseculture Sociale, tutti devono presentare una domanda di indennità per perdita di guadagno. Suisseculture Sociale deve essere informata della domanda all’IPG, ma non è necessaria una conferma scritta della domanda. Se la domanda di qualcuno all'IPG è già stata esplicitamente respinta (solo la domanda!), allora può comunque presentare una domanda a Suisseculture Sociale, ma deve motivare il rifiuto della domanda d’IPG. Ciò vale anche per i operatori culturali che non sono ancora stati formalmente registrati presso lo IAS come indipendenti.
* Secondo l’art. 6 cpv. 2 dell’ordinanza sulla promozione della cultura: provvedere con l’attività culturale almeno per metà al sostentamento o dedicare almeno la metà della durata normale del lavoro all’attività culturale
In caso di domande o dubbi, vi preghiamo di contattarci o di utilizzare l'indirizzo e-mail di Suisseculture Sociale fornito a tale scopo.
Wir hatten aufgrund der Ankündigungen des BAK erwartet, dass wir heute mehr wissen würden über die Nothilfe (bei Suisseculture Sociale) und die Ausfallentschädigungen (bei den Kantonen). Nun haben wir aus zuverlässiger Quelle erfahren, dass die Umsetzungsrichtlinien für Massnahmen im Kulturbereich zwar erarbeitet sind. Vorgestellt werden sie nun allerdings erst am Montag, dem 6.4. Bei der heutigen Medienkonferenz des Bundes sind offenbar zu viele andere Themen, man wollte nicht, dass die Kultur dabei untergehe.
Wir müssen euch also leider nochmal um ein Wochenende Geduld bitten.
Unterdessen hören wir aus verschiedenen Kantonen, dass der Zugang zum Erwerbslosenersatz via EO / SVA relativ unterschiedlich gehandhabt wird. Teils gibt es grosse Verwirrung. Wir werden also im Verlauf der nächsten Woche ein Schreiben an alle Kantone machen. Darin werden wir ihnen:
Falls ihr bereits Erfahrungen in eurem Kanton gesammelt habt und sich daraus Fragen ergeben, die wir stellen sollten, bitte schickt sie uns mit dem Betreff: «Fragen für Kantone» bis Sonntagabend, 5.4. an info@sonart.swiss. ACHTUNG: Wir werden euch diese Fragen nicht einzeln beantworten – wir werden sie an die Kantone weiterleiten und deren Antworten dann weiterverbreiten.
Danke für eure Geduld und eure Unterstützung.
In den letzten Tagen gab es aufgrund der aktuellen Situation verschiedenste Institutionen und Plattformen, die Streaming-Konzerte ins Leben riefen. Darum sind auch sehr viele Diskussionen rund um dieses Thema entstanden und auch wir haben uns diesbezüglich Gedanken gemacht. Wir möchten uns gerne kurz dazu äussern und ein paar Inputs aus Verbandsperspektive in die Diskussion einbringen.
Es gibt viele positive Aspekte dieser Streamingprojekte: Die gegenwärtige Lage ist für alle ungewohnt und schwierig, darum ist es wichtig, innovativ zu sein und neue Ideen zu verwirklichen. Ausserdem ist es eine sehr schöne Idee, den Leuten, die zu Hause bleiben müssen, die Zeit mit Musik zu erleichtern und ihnen damit ein wenig Hoffnung und Zuversicht in dieser schwierigen Zeit zu geben.
Als Berufsverband stehen wir einem Aspekt bei einigen dieser Projekte jedoch auch kritisch gegenüber. In den letzten Wochen hat der Bund Hilfsmassnahmen spezifisch für Kulturschaffende beschlossen. Zum ersten Mal wird unsere Branche als Wirtschaftszweig sichtbar und ernst genommen, ihre Notwendigkeit und Wichtigkeit wird gewürdigt. Für diese Anerkennung setzen wir uns schon seit Langem und fortwährend ein – zu dieser Anerkennung gehört aber auch, dass Musikschaffende für ihre Arbeit angemessen entlöhnt werden, was bei einigen der aktuellen Projekte nicht der Fall zu sein scheint.
Dies ist aus unserer Sicht problematisch, gerade in der gegenwärtigen Zeit, in der viele Freischaffende komplett auf ihr Einkommen verzichten müssen. Natürlich: Diese Konzerte generieren den Urheberrechtsinhaber*innen sowie Interpret*innen auch Tantiemen und haben für viele Musikschaffende auch einen Promoeffekt und können zur eigenen Reichweite und Berühmtheit beitragen. Während der Promoeffekt für die Bandleader*innen ein gutes Argument sein mag, haben aber diverse Musik-Acts auch Mitmusiker*innen an Bord, die daraus keinen unmittelbaren Nutzen ziehen können und teils trotzdem grosse zeitliche Aufwände betreiben.
Uns stellen sich also folgende Fragen:
Wer arbeitet alles gratis? Sind es nur die Musiker*innen? Wie ist es mit den Betreiber*innen der Plattformen, den Techniker*innen, den Moderator*innen? Verdient jemand an den Projekten? Generiert jemand Werbeeinnahmen, verkauft Abos usw.? Wird Content für eine gewinnorientierte Plattform generiert? Wie lange wird der gratis zur Verfügung gestellte Exklusiv-Content von den Plattformen weiter ausgewertet? Werden die Musiker*innen an allfälligen Einnahmen beteiligt? Wird das Publikum auch angemessen auf die eigenen Kanäle der Musik-Acts hingewiesen, sodass diese nachhaltig von der Präsenz profitieren können? Oder bewirbt sich die Plattform primär selbst?
Wir möchten euch auf keinen Fall vorschreiben, wie ihr in diesen Tagen mit solchen Anfragen umgehen sollt und möchten solche im Grunde gut gemeinten Projekte überhaupt nicht pauschal verurteilen. Aus unserer Sicht müssten aber auf all die oben aufgeführten Fragen zufriedenstellende Antworten gegeben sein, damit ein solches Projekt mit wirklich gutem Gefühl mitgetragen werden kann. Es ist klar, dass damit für jede Band, jede*n Künstler*in eine Abwägung der Argumente vorgenommen werden muss, die zu verschiedenen Schlüssen führen kann.
Wir möchten euch einfach auf die für uns vorherrschende Diskrepanz aufmerksam machen und eine Diskussion anregen. Und natürlich möchten wir euch auch ins Bewusstsein rufen, dass es absolut angemessen ist, auch für solche gestreamten Konzerte faire Gagen zu verlangen, wenn irgendwo ein Budget vorhanden ist. Insbesondere, wenn andere Mitwirkende bezahlt werden.
Die grundlegende Botschaft ist simpel: Lassen wir uns nicht ausbeuten und ausnutzen, auch (und besonders) jetzt nicht.
Gerne öffnen wir die Diskussion hiermit auch: Uns interessiert, wie ihr über dieses Thema denkt und wie ihr momentan mit solchen Projekten umgeht. Gerne könnt ihr auf unserer Facebookseite mitdiskutieren.
Il mondo della cultura e degli eventi ringrazia il Consiglio federale per le misure d'emergenza adottate per salvare il settore.
I rappresentanti del settore della cultura e degli eventi attendevano con enorme speranza le misure d'emergenza adottate oggi il 20 marzo dal Consiglio federale - questo ambito è stato, infatti, particolarmente colpito dai recenti accadimenti che hanno causato la repentina scomparsa di ogni fonte di reddito a fronte di spese rimaste elevate.
Anche con le misure adottate, il settore avrà bisogno ottimisticamente di uno o due anni per tornare al livello in cui si trovava prima della crisi del Coronavirus.
Ciononostante, il settore ritiene che le misure adottate dal Consiglio federale siano per il momento sensate e appropriate. Il Consiglio federale ha dichiarato di aver ascoltato le richieste di aiuto dei produttori culturali e degli organizzatori di eventi e di essere pronto a fornire un sostegno concreto a questo ramo economico come segue:
- Aiuti di emergenza per le imprese e i professionisti della cultura (1)
- Compensazione delle perdite per le imprese culturali e gli operatori culturali (2)
- Sostegno alle associazioni culturali amatoriali (3)
Apprezziamo anche il previsto risarcimento dei danni causati dal divieto di manifestazioni ed eventi - in particolare il fatto che si tenga conto sia delle imprese culturali a scopo di lucro che di quelle senza scopo di lucro e degli operatori culturali. Ci auguriamo che i Cantoni attuino a breve le misure e che nei prossimi giorni chiariscano come le persone interessate possano richiedere e ricevere questi fondi. Se necessario, le associazioni del settore culturale e degli eventi sono a disposizione dei Cantoni per mettere a disposizione le loro competenze in materia.
Il nostro obiettivo comune è quello di preservare il variegato paesaggio culturale svizzero, nonché i suoi luoghi, i suoi organizzatori e i suoi posti di lavoro. È chiara in noi la consapevolezza che le misure adottate oggi il 20 marzo riflettono la situazione attuale - per il momento nessuno è in grado di valutare ulteriori sviluppi in relazione a Covid-19. Nel caso in cui si renda necessaria un'estensione del divieto di eventi, partiamo dal presupposto che anche le misure adottate a sostegno del settore saranno estese di conseguenza e che saranno messi a disposizione fondi supplementari.
A medio termine, sarà inoltre indispensabile fare considerazioni fondamentali per migliorare la sicurezza sociale del settore della cultura e degli eventi: occorrerà dare priorità all'accesso all'assicurazione contro la disoccupazione e al rafforzamento della previdenza professionale e della previdenza per la vecchiaia. Siamo tuttavia consapevoli che si tratta di valutazioni che potranno essere fatte solo una volta superata la crisi.
A nome delle associazioni aderenti
Christoph Trummer, christoph.trummer@sonart.swiss, 031 511 52 65
Suisse romande: David Michaud, david.michaud@sonart.swiss, 031 511 52 71
Alex Meszmer, DirettoreSuisseculture; alexmeszmer@suisseculture.ch; +41'76'495'92'26
[1] Creata nel 1999, l'associazione si è sempre dedicata alla lotta contro l’indigenza degli operatori culturali e possiede la sensibilità e le competenze necessarie per adempiere al mandato del Consiglio federale ed evitare che gli operatori culturali sprofondino nella precarietà.
Aus der Medienmitteilung von BAK und Pro Helvetia:
13.03.2020: Bundesrat beschliesst Massnahmen zur Unterstützung des Kulturbereichs
Am 12. März 2020 haben das Bundesamt für Kultur (BAK) und die Schweizer Kulturstiftung Pro Helvetia ausgewählte Kulturverbände zu einer Anhörung empfangen. Die Kulturverbände wiesen den Bund auf die sehr ernste Lage im Kultursektor hin. Sie forderten vom Bund – aber auch den Kantonen – ein rasches und dezidiertes Handeln zu Gunsten der Kultur. Der Bundesrat beschloss am 13. März 2020 verschiedene Massnahmen zur Abfederung der wirtschaftlichen Auswirkungen des Coronavirus. Diese Massnahmen gelten für alle Branchen und damit auch für den Kultursektor. Ergänzend dazu wird das EDI dem Bundesrat rasch eine neue Gesetzesgrundlage vorlegen, die Massnahmen zur Milderung von Härtefällen im Kulturbereich vorsehen wird. Über die konkrete Ausgestaltung der spezifischen Massnahmen für den Kulturbereich wird der Bundesrat nach deren Verabschiedung informieren.
SONART bleibt für euch am Ball und ist im steten Austausch mit den Bundesbehörden über die Ausgestaltung dieser Massnahmen und weitere Projekte zur Unterstützung der Schweizer Musik- und Kulturszene.
Do, 12. März 2020 Medienmitteilung:
Unsere Anliegen an Bund und Kantone
Der Kultur- und Veranstaltungssektor zeigt sich erfreut über den konstruktiven Austausch mit den Bundesbehörden, erwartet nun aber auch rasche und griffige Massnahmen wegen Covid-19
Die Vertreterinnen und Vertreter der Kulturschaffenden sowie der Veranstaltungsbranche haben sich heute Donnerstag in Bern zu einer Anhörung mit dem Bundesamt für Kultur BAK und der Pro Helvetia getroffen. Gemeinsames Ziel ist, die vielfältige Schweizer Kulturlandschaft sowie ihre Orte, Veranstalter und Arbeitsplätze zu erhalten. Dafür müssen und wollen alle Akteurinnen und Akteure am gleichen Strick ziehen. Schnell greifende Massnahmen sind nötig, um Schäden wegen der «Coronakrise» zu verhindern oder zumindest abzumildern, welche die Branche im Speziellen, aber auch die wirtschaftliche Entwicklung des ganzen Landes nachhaltig treffen kann.
Bei den heutigen Anhörungen konnten wir die schwierige Situation schildern und stellten folgende Forderungen:
Ziel: Erhalt der vielfältigen Schweizer Kulturlandschaft und ihrer Orte und Arbeitsplätze, auch im Bereich der Laienkultur
1. Temporäre ALV im Kulturbereich für Selbständigerwerbende und alle, bei denen die Kurzarbeit jetzt nicht greifen würde (z.B. Einzelunternehmer, Freischaffende, Geschäftsleitungen, Inhaber sowie Teilhaber)
2. Unkomplizierter Zugang zu Kurzarbeit für alle KMU im Bereich Kultur.
3. Kompensation für ausgefallene Veranstaltungen, inkl. Künstlerentschädigung
4. Notfallkasse für existentiell bedrohte Kulturschaffende und -Betriebe
5. Öffentliche Gelder in Kultur müssen weiterfliessen, Kulturförderer (auch private) sollen sich koordinieren
6. Weiterhin direkter Einbezug der Organisationen von Kulturschaffenden und Veranstaltern bei Ausgestaltung und Umsetzung der konkreten Massnahmen
Für uns Vertreterinnen und Vertreter des Kultur- und Veranstaltungssektors ist klar, dass wir aufgrund unserer speziellen Arbeitssituation besonders betroffen sind. Obwohl die Situation derzeit schwierig ist, tragen wir die Massnahmen des Bundes wie auch der Kantone mit und übernehmen unsere Verantwortung im Umgang mit Covid-19. Wenn der Kultur- und Veranstaltungsbetrieb momentan unter schwierigen Bedingungen weiterläuft, dann nicht zuletzt, weil wir darum besorgt sind, dass das soziale Leben mit einem höchstmöglichen Mass an Normalität weitergehen kann und unser Land «in Betrieb» bleibt.
Darüber, dass die Kultur- und Veranstaltungsbranche ein bedeutender Wirtschaftszweig ist, bestehen keine Zweifel. Allerdings zeigt die aktuelle Situation auch auf, dass nur wenig konkrete Daten zu tatsächlichen wirtschaftlichen Auswirkungen eines plötzlichen Wegfalls von Teilen dieser Branche vorhanden sind. Die seit Jahrzehnten vorgetragene Forderung nach statistischer und volkswirtschaftlicher Erfassung des Kultur- und Veranstaltungssektors hat in den letzten zwei Wochen eine plötzliche Dringlichkeit erhalten.
Ebenfalls zeigen die Entwicklungen der letzten zwei Wochen erneut auf, wie viele Arbeitnehmende im Kultur- und Veranstaltungsbereich in prekären und unterversicherten Arbeitsverhältnissen agieren müssen. Der Anteil der Selbständigerwerbenden, Freischaffenden und Einzelunternehmern, die weder vom Instrument der Kurzarbeit erfasst werden können noch durch die Arbeitslosenversicherung abgesichert sind, ist ungleich höher als in den meisten anderen Branchen. Hier müssen kurzfristige Massnahmen getroffen werden, um eine nachhaltige Schädigung der Branche zu verhindern. Gleichzeitig müssen die Lehren aus den aktuellen Ereignissen gezogen werden, um mittelfristig notwendige Änderungen insbesondere im Bereich der Sozialversicherungen anzugehen.
Danke für Ihr Interesse, für weitere Informationen stehen wir gern zur Verfügung.
SONART, Berufsverband freischaffende Musiker*innen, Christoph Trummer christoph.trummer@sonart.swiss, 078 737 01 73
Romandie: David Michaud , david.michaud@sonart.swiss, 031 511 52 71
Situazione legale per le cancellazioni dovute a Coronavirus: stato attuale
C'è ancora un po' di incertezza sulla situazione legale relativa alle cancellazioni dovute al coronavirus. Con riserva di questa prenotazione, desideriamo informarvi della situazione attuale:
Con la cosiddetta ordinanza COVID-19 (versione del 16.03.2020), il Consiglio federale vieta le manifestazioni pubbliche o private, comprese le manifestazioni sportive e le attività dei club. Le strutture accessibili al pubblico sono chiuse al pubblico, tra cui bar, discoteche, discoteche, locali notturni, musei, sale da concerto e teatri.
In caso di annullamento delle manifestazioni, gli organizzatori non sono più tenuti ad adempiere ai loro obblighi contrattuali ai sensi della presente direttiva del Consiglio federale. Di norma, quindi, l'imposta non può essere richiesta. Tuttavia, è consigliabile, in alcuni casi, consultare il contratto specifico.
Si deve comunque distinguere tra un servizio (in generale: prestazioni individuali con un repertorio esistente) e un contratto di lavoro (in generale: sviluppo di un repertorio specifico per la prestazione). In linea di principio, può essere necessario un lavoro già svolto.
I contratti non devono essere necessariamente scritti, sono validi anche oralmente, ma la forma scritta è utile in caso di controversia.
COME SEMPRE:
A medio termine, può essere molto controproducente richiedere le quote ancora dovute, in quanto molti dei nostri promotori non dispongono di enormi riserve e in genere non sono assicurati per questo caso. Pertanto consigliamo sempre, in primo luogo, di
- di rimandare un evento, se possibile.
- per trovare insieme un accordo accettabile per entrambe le parti.
- per documentare adeguatamente tutti gli eventi cancellati e la conseguente perdita di stipendio. SONART lavora intensamente con i suoi alleati per garantire che la Confederazione e i Cantoni sostengano il settore culturale. Seguiranno gli aggiornamenti.
ATTENZIONE: Queste raccomandazioni e conclusioni legali sono soggette a modifiche. Raccogliamo costantemente nuove informazioni.
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Di, 03.03.2020 Medienmitteilung:
Coronavirus bringt Teile der Musikbranche in existentielle Not
Während überall im Land Konzerte abgesagt werden, wächst in der Musikbranche die Sorge vor einer wirtschaftlichen Katastrophe.
Alle Beteiligten bei Konzerten, die in den nächsten zwei Wochen geplant sind, müssen mit grossen Einnahmeausfällen rechnen. Wenn die Massnahmen verschärft oder verlängert werden, also auch Veranstaltungen mit weniger als 1000 Personen abgesagt werden, oder der Ausnahmezustand über den 15.3. hinaus bestehen bleibt, wachsen die Verluste mit jedem Tag.
Da sehr viele Musikschaffende in Ensembles, Bands und teilweise Orchestern selbständig erwerbend sind, treffen sie solche Ausfälle besonders hart. Das gilt für das ganze Spektrum, für Jazz- und Popbands ebenso wie für die Sänger*innen und Instrumentalist*innen, die bei Opern- oder Klassikproduktionen engagiert werden. Freischaffende Musiker*innen verdienen oft grosse Teile ihres Jahreseinkommens in der kurzen Zeit, in der die Auftritte stattfinden und müssen so lange Vorbereitungs- und Probephasen querfinanzieren. Gagenausfälle in dieser entscheidenden Phase können sie rasch an den Rand der Existenznot führen. Dazu kommt ein Rattenschwanz von begleitenden Auswirkungen: Kein Konzert heisst nicht nur keine Gage, es heisst auch: keine Urheberrechtseinnahmen, keine Merchandiseverkäufe an der Bühne, kein Boost bei Verkäufen und Streamingzahlen, usw.
Wenn Konzerte nicht stattfinden, betrifft das sehr direkt auch die Veranstalter. Abgesagte Einzelveranstaltungen sind katastrophal betroffen. Auch regelmässige programmierende Musikveranstalter arbeiten oft mit wenig Reserven, so dass schon die Ausfälle von ein paar Wochen zu existentiell bedrohlichen Finanzlöchern führen können.
Wenn die Ensembles nicht spielen können, dann verdienen auch ihre Managements und Agenturen nicht mit. Wenn Veranstaltungen nicht stattfinden können auch die Verwertungsgesellschaften keine Vergütungen für Interpreten- und Urheberrechte einziehen. Wenn die SUISA keine Einnahmen machen kann, dann fallen auch die Einnahmen der Urheber*innen und ihrer Verlage weg. Berechnungen zu genauen Zahlen sind noch im Gang. Wir werden dazu weiter kommunizieren.
Verwertungsgesellschaften, Agenturen, Label und Verlage müssen zudem bedenken, wie sie die Löhne ihrer Angestellten bezahlen. Und bei Veranstaltungen sind nicht nur die Veranstalter selbst, sondern auch das gesamte (oft nicht fest angestellte) Infrastrukturpersonal betroffen, von der Technik bis zur Garderobe.
Die Musikbranche erwartet Einbezug durch den Bundesrat
Wir erwarten vom Bundesrat also, dass er neben den anderen berechtigten Wirtschaftszweigen auch die Musikbranche in ihrer Gesamtheit im Bewusstsein hat und mit einbezieht, wenn weitere Massnahmen und Kompensationsmöglichkeiten diskutiert werden.
Danke für Ihr Interesse, für weitere Informationen stehen wir gern zur Verfügung.
SONART, Berufsverband freischaffende Musiker*innen, Christoph Trummer christoph.trummer@sonart.swiss, 078 737 01 73
Romandie: David Michaud , david.michaud@sonart.swiss, 031 511 52 71
Schweizerischer Musikerverband (SMV) - die Musikergewerkschaft: Barbara Aeschbacher, b.aeschbacher@smv.ch, 079 646 67 67
Labels, Verlage: IndieSuisse, Andreas Ryser: andreas@indiesuisse.ch
Romandie : Christian Wicky, chris@irascible.ch
Agenturen, Managements: David Burger, Music Managers Forum Suisse: david.burger@radicalis.ch
Viele Konzerte müssen im Moment abgesagt werden. Was bedeutet das für die auftretenden Musiker*innen?
Grundsätzlich stellen das Virus und die damit zusammenhängenden Massnahmen einen Fall von "höherer Gewalt" dar. Das bedeutet juristisch in der Regel, dass beide Vertragsparteien für den Schaden auf ihrer Seite selbst aufkommen müssen. Das gilt sowohl für abgesagt Konzerte, wie auch für solche, die aufgrund der Situation schlecht besucht sind.
Die beste Lösung dürfte also sein, wenn irgendwie sinnvoll möglich, jene Konzerte zu verschieben, bei denen mit einer grossen Auswirkung der Massnahmen zu rechnen ist.
SONART bemüht sich aktuell darum, die Situation der freischaffenden Musiker*innen und der Musikbranche beim Krisengipfel des Bundes diese Woche vertreten zu können. Mindestens werden wir uns dafür einsetzen, dass neben all den anderen betroffenen Branchen auch unsere nicht vergessen wird. Nähere Informationen dazu sind leider momentan noch nicht möglich.
Wir halten euch auf dem Laufenden!
Hier ist unsere Medienmitteilung zu dem Thema.
Hier nun noch einige Informationen:
Das Merkblatt des Bundes / Seco „FAQ Pandemie und Betriebe“ gibt informiert über die häufigsten arbeitsrechtlichen Fragen im Zusammenhang mit dem Coronavirus (Ausfall von Veranstaltungen, Verdienstausfall, Fernbleiben von der Arbeit, Erkrankung, Betreuungspflichten etc.).
https://www.seco.admin.ch/seco/de/home/Arbeit/Arbeitsbedingungen/gesundheitsschutz-am-arbeitsplatz/Pandemie.html
Weitere wichtige Informationen rund um das Coronavirus beim Bundesamt für Gesundheit: https://www.bag.admin.ch/bag/de/home/krankheiten/ausbrueche-epidemien-pandemien/pandemievorbereitung.html.
Und hier ist auch noch die Verordnung über Veranstaltungen mit mehr als 1000 Personen. Achtung, hier kann es kantonal und kommunal strengere Regeln geben! Am besten nimmt man Kontakt auf mit den Veranstaltenden.
https://www.admin.ch/gov/de/start/dokumentation/medienmitteilungen/bundesrat.msg-id-78289.html
Questo sito contiene testi che saranno disponibili solamente in tedesco e francese.
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